L’ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, accusa il governo di aver violato la Costituzione,
“Attacchi strumentali”
spiegando che la scelta di cancellare per tutti la tassa sulla prima casa va contro il principio della progressività delle imposte. I renziani replicano che si tratta di attacchi strumentali accusando la minoranza Dem di “fare un congresso permanente”. Intanto, in vista dell’avvio dell’esame della manovra in Parlamento, che dovrebbe entrare nel vivo nei primi giorni di novembre, la sinistra del Pd sta preparando un documento con l’ elenco dei punti sui cui aprire un dibattito, da discutere poi all’interno dei gruppi e del partito, che costituisca il presupposto per gli emendamenti alla manovra. Renzi fa sapere di essere disponibile a modifiche, ma non sulla cancellazione di Tasi e Imu. La sua preoccupazione, però, è che l’ Esecutivo possa venire messo in difficoltà. Durante l’iter alla Camera e al Senato, infatti, le posizioni della minoranza Pd potrebbero coincidere con quelle di Sel e, in taluni casi, con quelle del M5S. In merito alla discussione, l’ex capogruppo riformista alla Camera, Roberto Speranza, dice di voler “sentire gli iscritti” per capire “cosa ne pensano di questo meccanismo da Robin Hood al contrario per cui si fa un regalino a chi ha già di più“. E replica alle parole del premier Matteo Renzi che ha bollato quella della sinistra Dem come “opposizione a prescindere”. Il deputato della minoranza Pd dice: “Renzi vuol convincerci che togliere la tassa sui castelli e le case di lusso è una battaglia storica del Pd? Sarà più facile vendere la Fontana di Trevi, a proposito di Totò…”. Mentre il senatore Federico Fornaro dichiara: “L’abolizione totale della tassazione sulla prima casa non solo non è equa ma non è mai stata nel programma elettorale del Pd”.