L’interim del premier era stato già deciso venerdì scorso quando il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi aveva ufficializzato le sue dimissioni.
Il nome del successore di Lupi
Nel seguente colloquio al Colle il premier Matteo Renzi e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella avevano concordato sui tempi e sugli obiettivi dell’interim. Escluso, un allungamento dei tempi fino all’inaugurazione dell’Expo o addirittura dopo le regionali, visti gli impegni in carico al ministero delle Infrastrutture, che pur sarebbe servito per capire meglio i rapporti di forza dentro la maggioranza. Renzi aveva spiegato al Capo dello Stato di aver bisogno di due settimane per decidere il nome del successore di Maurizio Lupi. Valutazioni che il premier farà a partire da oggi. Esclusa anche l’ipotesi della separazione del ministero delle Infrastrutture da quello dei Trasporti. Si tratterebbe di una procedura complessa con un iter parlamentare lungo. L’operazione, infatti, richiederebbe un provvedimento ad hoc che comunque renderebbe difficile il rapporto tra due settori che sono strettamente legati. Nel faccia a faccia, di oltre un’ora la consapevolezza del ruolo chiave del ministero delle Infrastrutture per la ripresa economica del paese e per la lotta alla corruzione, come emerso dall’ultima l’inchiesta della Procura di Firenze. Per la carica di nuovo ministro delle Infrastrutture il premier potrebbe individuare un candidato di Ncd, venendo così incontro alle richieste degli alleati di governo, soprattutto dopo l’uscita di Lupi. Tra le altre ipotesi le candidature di Graziano Delrio, Andrea Guerra e Deborah Serracchiani.