La procura di Spoleto ha aperto un’inchiesta che vede l’iscrizione nel registro, dal 28 gennaio 2015, di otto indagati.
Una serie di condotte irregolari
Si tratta del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, dei commissari nominati da Bankitalia, dei componenti del comitato di Sorveglianza e dell’attuale presidente di Bps e vicepresidente di Banco Desio, Stefano Lado. L’accusa è di concorso in corruzione, abuso d’ufficio e truffa, e “infedeltà a seguito dazione o promessa di utilità” ai danni della Banca popolare di Spoleto e altri soggetti”. L’esposto, che ha portato all’apertura del fascicolo, è stato presentato da un centinaio di vecchi soci della commissariata Banca Popolare di Spoleto, secondo i quali ci sarebbero state una serie di condotte irregolari nel passaggio a Banca Desio. I commissari di Bankitalia rifiutarono, senza fornire alcuna motivazione chiara, un’offerta di una società di Hong Kong (la ‘Nit Holding’), superiore (di 100 milioni di euro) a quella avanzata da Banca Desio. Già prima del commissariamento della Popolare di Spoleto, avvenuto nel febbraio 2013, i pm avevano indagato alcuni ex amministratori, tra i quali l’ex presidente Giovannino Antonini, funzionari dell’istituto e imprenditori dell’area umbra. Il procedimento è in attesa dell’udienza preliminare. I reati ipotizzati sono associazione per delinquere e plurime ipotesi di appropriazione indebita aggravata, intermediazione usuraria, ostacolo alle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza, bancarotta fraudolenta, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture e documenti per operazioni inesistenti, omessa comunicazione del conflitto di interessi, commessi in un arco temporale che va dal 30 settembre del 2007 al 24 aprile 2012. La Banca d’Italia ”con riferimento alla notizia comparsa oggi sulla stampa relativa alle vicende della Banca Popolare di Spoleto”, ha dichiarato di non essere “a conoscenza di alcuna iniziativa dell’autorità giudiziaria”.