In vista dei ballottaggi è diventato un caso politico la decisione del Giornale di allegare, nell’edizione di oggi, il “Mein Kampf” scritto da Adolf Hitler, che è in un certo qual modo il manifesto del Nazismo, insieme al primo volume di una collana a pagamento sul Terzo Reich. La polemica su questa scelta editoriale si era già infiammata alla vigilia dell’uscita.
Hitler ha scritto il libro dopo il fallito colpo di Stato del 1923
L’opera, il cui titolo tradotto è “La mia battaglia” è del 1925, otto anni prima della presa del potere da parte del dittatore. Hitler aveva scritto il libro durante la sua detenzione nel carcere di Landsberg mentre scontava la condanna dopo il fallito colpo di Stato del novembre del 1923. Le copie della prima edizione vendute alla fine del gennaio del 1933, quando i nazisti andarono al potere, furono più di 200mila. Alla fine della guerra risultarono vendute oltre 12 milioni di copie. Passati 70 anni dalla prima edizione ora sono scaduti i diritti di autore sul libro, di proprietà del Land della Baviera, che per decenni ne aveva vietato la pubblicazione. E anche in Germania si è deciso di ripubblicarlo in un’edizione commentata.
Il premier, Matteo Renzi, ha scritto su Facebook: “Trovo squallido che un quotidiano italiano regali oggi il Mein Kampf di Hitler. Il mio abbraccio affettuoso alla comunità ebraica #maipiù”.
La presidente della Camera, Laura Boldrini, su twitter ha scritto: “Distribuire #MeinKampf di #Hitler è decisione grave, memoria merita rispetto. Mia solidarietà a tutte le famiglie vittime di #Olocausto”.
Mentre la lista presentatasi alle comunali di Milano, Sinistra x Milano, ha deciso di presentare un esposto alla Procura contro il quotidiano per il reato di apologia di fascismo.
Un’edicola nel bergamasco ha deciso di non vendere il libro
Il gestore dell’edicola di piazza Italia a Zogno, nel bergamasco, Giampiero Bonvicino, poi, ha deciso di non vendere il libro di Adolf Hitler. Davanti alla sua edicola ha affisso un cartello in cui si è potuto leggere: “In questa edicola non si prenota e non si vende il libro Mein Kampf, oggi allegato al Il Giornale per profondo rispetto verso tutte le vittime del nazifascismo e per convinta fede antifascista del gestore”.
Il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna, ha commentato: “Un fatto squallido, lontano anni luce da qualsiasi logica di studio e approfondimento della Shoah”, definendo “indecente” l’operazione del Giornale.
L’ambasciata israeliana a Roma ha espresso “Sorpresa”. E ha aggiunto: “Se ce lo avessero chiesto avremmo consigliato di distribuire libri molto più adeguati per studiare e capire la Shoah”. Il direttore del Centro Wiesenthal di Gerusalemme, Efraim Zurroff, da Israele ha condannato l’operazione commerciale, dicendo: “Che qualcuno abbia pensato di usare il “Mein Kampf” per accrescere le vendite è un fatto senza precedenti e allarmante”. “A quanto pare quel giornale ha fiutato che c’è richiesta, che sia curiosità o identificazione”.
La scelta di allegare il Mein Kampf è stata rilanciata e criticata anche da media e utenti stranieri, dalla Catalogna alla Polonia.
Per Sallusti il testo è un “Vero antidoto alle tossine del nazionalsocialismo”
Ma il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, ha difeso la sua iniziativa definendo il testo un “Vero antidoto alle tossine del nazionalsocialismo” e respingendo i sospetti di coloro che lo hanno accusato di aver condotto un’operazione elettorale per strizzare l’occhio all’elettorato di estrema destra. Sallusti, nel suo editoriale, ha spiegato: “C’è un pezzo di storia che fa ancora paura solo a parlarne. Ed è comprensibile perché gli uomini fanno scattare una legittima difesa contro il male assoluto. Parliamo di Hitler e del nazismo, la più grande tragedia – insieme al comunismo staliniano – del Novecento e tra le più orrende della storia intera del mondo. Milioni di ebrei sterminati nelle camere a gas, milioni di tedeschi mandati a morire per una causa aberrante, milioni di uomini liberi morti per estirpare dall’Europa questo cancro. Ovviamente si tratta di un’edizione commentata.
Non si è mai compresa appieno la dimensione aberrante del progetto
La guida critica alla lettura è del professore Francesco Perfetti, docente di Storia contemporanea all’Università Luiss di Roma. una delle massime autorità nel campo della storia contemporanea. La sola notizia di questa pubblicazione ha già suscitato polemiche, la maggior parte delle quali legittime e comprensibili, e le preoccupazioni degli amici della comunità ebraica italiana, che ci ha sempre visto e sempre ci vedrà al suo fianco senza se e senza ma, meritano tutto il nostro rispetto. Escludo però che ad alcuno possa anche solo sfiorare l’idea che si tratti di un’operazione apologetica o anche solo furba. Non si gioca su una simile tragedia. Semmai il contrario. Perché, con certi venticelli che soffiano qua e là per l’Europa e in Medioriente serve capire dove si può annidare il male e non ripetere un errore fatale”. Sallusti ha citato il professor Perfetti che ha affermato: “Al mondo politico, ma anche a quello intellettuale dell’Europa del tempo, può essere oggi rimproverato il fatto di non avere letto in maniera approfondita l’opera e di non averne quindi compreso appieno la dimensione aberrante destinata, come la storia avrebbe tragicamente dimostrato, a minare in profondità le fondamenta del mondo civile”.
Sallusti: “La prima regola è conoscere ciò di cui parliamo”
Il direttore del Giornale ha spiegato: “Lo studio del Novecento ha avuto come tabù proprio il nazismo, come se la storia fosse finita lì. Ma la prima regola è conoscere ciò di cui parliamo e questo libro, che ha cambiato la storia dell’Europa e dell’Occidente, non a caso viene presentato nell’edizione critica curata da uno storico di vaglia come Francesco Perfetti”. Sallusti ha sottolineato come l’ editore che ne ha curato la ristampa in Germania non sia “certo sospettabile di simpatie filo naziste”, rilevando proprio come l’iniziativa in Germania abbia avuto “anche il beneplacito delle comunità ebraica” e un ministro ne abbia anche proposto lo studio nelle scuole. Sallusti ha concesso: “Indubbiamente un certo effetto lo fa, ma è il libro che ha fatto effetto e non credo nessuno possa pensare, se non nel caso di palese strumentalizzazione, a un’operazione di propaganda”, concludendo che “Studiare il male per evitare che ritorni, magari sotto nuove e mentite spoglie. Questo è il senso vero e unico di ciò che abbiamo fatto”. A supporto della sua tesi il direttore del Giornale ha aggiunto che non avrebbe problemi “anche a pubblicare il Libretto rosso di Mao”.
Malan: “La vendita del Mein Kampf è un invito a ricordare”
Nette le posizioni a destra e sinistra. Il senatore di Forza Italia, Lucio Malan, si è schierato dalla parte del Giornale e ha attaccato il Pd: “Le parole di Alessandro Sallusti ribadiscono ciò che era ben chiaro dall’inizio. La vendita del Mein Kampf è un invito a ricordare e non c’è da parte del Giornale la più lontana traccia di ostilità agli ebrei che invece trasuda da tanta sinistra. Il Pd, per nulla imbarazzato dalla glorificazione fatta a suo tempo dall’Unità, dovrebbe occuparsi di chi uccide o annuncia di voler uccidere gli Ebrei oggi, come i leader di Hamas più volte incontrati da alti esponenti del partito. E che dire del presidente iraniano Rouhani che invece è stato ricevuto dal capo del Pd e del Governo con tutti gli onori, arrivando persino a nascondere opere d’arte nazionale per non offendere il sensibile ospite che ha definito Israele un cancro”.
Fassina: “Sarebbe interessante la pubblicazione del Diario di Anna Frank”
Sulla stessa linea il giudizio di Simone Furlan, leader dell'”Esercito di Silvio”, che in un post su Facebook ha scritto: “Ha ragione Matteo Renzi. È squallido regalare il Mein Kampf con un giornale, bisognerebbe regalare piuttosto il Libro Nero del Comunismo, così da far conoscere a tutti le atrocità compiute dai suoi compagni comunisti. La cultura è tale a 360 gradi”.
Stefano Fassina, di Sinistra italiana, si è detto: “Sarebbe interessante sapere se il disinvolto quotidiano ha in programma la pubblicazione anche del “Diario di Anna Frank” o del testo “Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana”.
Parisi: “Quando c’è un rischio di antisemitismo qualsiasi ambiguità è grave”
Il candidato sindaco di Milano per il centrosinistra, Giuseppe Sala, ha detto: “È una vergogna, un insulto rivolto a tutti i figli e ai nipoti di quelli che hanno sofferto”. “Una scelta che dà la misura di tante cose”. E ha lanciato un messaggio all’avversario per la poltrona a sindaco: “Aspetto con impazienza una presa di posizione forte e inequivocabile da parte del candidato sindaco del centrodestra”. Stefano Parisi ha replicato come “l’iniziativa del Giornale offenda le migliaia di famiglie milanesi e italiane che sono state vittime del nazismo”. “Nel momento in cui in grandi città europee c’è un rischio di antisemitismo qualsiasi ambiguità da questo punto di vista è grave”. E ha concluso: “Ma la vicenda non ha nulla a che fare con la mia campagna elettorale. È la scelta editoriale di un giornale indipendente che mi supporta. Non è detto, però, che tutte le cose che fa questo quotidiano siano condivise da me o dalla nostra compagine”.