Sotto una pioggia torrenziale, nella tendopoli di Idomeni,
“E’ più di una performance, è la vita stessa”
al confine tra Grecia e Macedonia, l’artista e attivista cinese Ai Weiwei ha portato un pianoforte. Lì sono accampati migliaia di migranti che, fino al 9 marzo, cioè alla data della chiusura dei confini dei Paese della rotta Balcanica, speravano di passare la frontiera per dirigersi verso l’Europa del Nord. Ai e altre persone hanno tenuto un telo di plastica per proteggere dalla pioggia lo strumento e una rifugiata siriana, Nour Al Khizam, fuggita da Deirez Zor, mentre suonava alcuni brani. La donna, di 24 anni è tornata a suonare il piano, per circa 20 minuti, per la prima volta dopo anni. Ai Weiwei ha filmato l’esibizione della rifugiata. Si tratta di parte di un progetto dedicato ai migranti che lo ha già visto sull’isola di Lesbos e a Berlino. E si tratta solo dell’ultima delle iniziative lanciate dall’artista cinese per puntare i riflettori sui migranti. Poi ha aggiunto: “Vogliamo offrire un’immagine diversa di loro, che trasmetta possibilità, arte e immaginazione. Questa è l’immagine che deve essere trasmessa al mondo”. Ai ha detto: “E’ il nostro tentativo di offrire un’opportunità a questa donna lei è una vittima di queste guerre. Per tre anni non ha avuto la possibilità di toccare un pianoforte. Lei e il marito sono divisi da un anno e mezzo”. L’artista ha spiegato che quella della giovane “è più di una performance, è la vita stessa… l’arte batterà la guerra”.