Si terrà domani, a Roma, l’incontro tra il ministro dell’interno austriaco, Johanna Mikl-Leitner e il ministro Angelino Alfano.
I migranti che raggiungono l’Italia potrebbero raddoppiare
All’APA, Mikl-Leitner ha detto che secondo le stime di Vienna, il numero dei migranti che attraverso il Mediterraneo raggiungono l’Italia potrebbe raddoppiare dai 150 mila dello scorso anno a 300 mila, spiegando che “Lungo questa rotta non arrivano siriani, in Europa, ma soprattutto persone dal Nord Africa, che non hanno diritto all’asilo”. Poi ha aggiunto: “L’Italia non può contare sul fatto che il Brennero resti aperto, se si arriva a flussi incontrollati di migranti”. “Come fatto coi Paesi della rotta balcanica, Slovenia, Croazia e Macedonia, vogliamo informare anche l’Italia delle misure che intraprenderemo, se vi sarà un flusso incontrollato di migranti dall’Italia all’Austria”. Il ministro dell’interno austriaco ha detto che, a Roma, Vienna vuole informarsi su come si stia preparando l’Italia a proteggere le frontiere nel caso di un aumento del flusso migratorio sulle sue coste, chiedendo anche conto della funzionalità degli hotspots allestiti nel sud del Paese, e se sia necessario aiuto in materia, perchè laddove vi sono nuove rotte migratorie, “i Paesi vanno sostenuti”.
Il ministro degli esteri austriaco, Sebastian Kurz, ha incontrato a Bolzano i governatori dell’Euregio: Arno Kompatscher (Alto Adige), Ugo Rossi (Trentino) e Günther Platter (Tirolo). E ha detto loro: “L’Italia deve comprendere che il lasciapassare dei migranti non risolve i problemi ma li aumenta”, aggiungendo che “L’Austria non può permettersi un altro 2015, quando ha accolto 90mila persone, come se in rapporto alla popolazione l’Italia accogliesse in un anno 600mila persone. Sono convinto che i controlli al Brennero possano essere ancora evitati, se l’Europa lo vuole e introduce veri controlli lungo i confini esteri dell’Unione.
Kurz: “L’Alto Adige non può diventare un hotspot”
Dobbiamo fare di tutto per evitare una escalation della situazione al Brennero. L’Alto Adige non può diventare un hotspot”. Kurz ha affermato che “Il messaggio deve essere chiaro: non esiste nessun ticket per l’Europa centrale. Non dobbiamo più creare false aspettative, ma aiutare sul posto”.
Dopo l’incontro con il ministro austriaco, il governatore del Trentino, Ugo Rossi, ha sottolineato la diversa posizione geografica di Austria e Italia: “L’Austria ha affrontato il tema con grande serietà e sta ospitando un grande numero di profughi. Ma comunque va ricordato che l’Austria può chiudere i confini, perché a sud c’è l’Italia, che non ha invece la stessa possibilità, perché significherebbe morti nel Mediterraneo”. Secondo Rossi, che attualmente è anche presidente dell’Euregio, “qualsiasi confine nell’Euregio è negativo. L’emergenza va affrontata dall’Italia con l’Europa, per fare sì che i migranti non si mettano in viaggio. La Libia e la mafia degli scafisti non sono solo problemi dell’Italia”.
Intanto Unsmil, la missione Onu in Libia, ha denunciato l’uccisione di quattro migranti e il ferimento di altri venti, che avevano tentato la fuga da un campo profughi a Zawia, ad ovest di Tripoli, lo scorso primo aprile. Il mese scorso Unsmil aveva denunciato che i migranti raccolti in mare erano sottoposti a torture, maltrattamenti, pestaggi e lavoro forzato. Il vicecapo di Unsmil, Ali Al-Za’tari, ha sottolineato le “deplorevoli condizioni in cui versano i migranti nel centro di Zawia”, costretti a vivere nel sovraffollamento, nella carenza di cibo e cure mediche, parlando anche di abusi, auspicando che il nuovo governo di unità affronti la terribile situazione dei migranti.
Per portare sollievo ai rifugiati, il Papa, il 16 aprile, intraprenderà un viaggio nell’isola greca di Lesbo, con il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo.
Da parte sua, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avvertito che “Se l’Ue non manterrà le sue promesse, la Turchia potrà non attuare l’accordo” sui rifugiati, avviato lunedì scorso. Erdogan si riferisce, soprattutto, all’abolizione del regime dei visti per i cittadini turchi, che Ankara spera avvenga da giugno.
Quello con la Turchia “è un contratto di mutua fiducia”
Il portavoce dell’esecutivo europeo, Margaritis Schinas, ha subito risposto: “La Commissione europea lavora in buona fede e lealmente per la piena messa in atto di tutti gli aspetti dell’accordo Ue-Turchia sull’immigrazione”. E ha aggiunto: “è un contratto di mutua fiducia, firmato tra i 28 paesi della Ue e la Turchia. È stato unanimemente concordato a livello di capi di Stato e di governo. Ci sono difficoltà? Nulla è facile nella vita, ma l’accordo è di rispettare da entrambe le parti questa relazione”.
Oggi ad Ancona un centinaio di migranti ha sfilato in corteo per raggiungere la prefettura, bloccando per un pò il traffico. Una delegazione formata da sei manifestanti, è stata ricevuta dalla presidente della Commissione Protezione Internazionale, Marisa Marchetti, e dal capo di Gabinetto della Prefettura di Ancona, Angela Buzzanca. L’intera manifestazione è stata organizzata autonomamente dai migranti. Sono richiedenti asilo seguiti dal Gus e dall’Anolf Cisl Marche, provenienti anche da Paesi non in guerra. La maggior parte è africana (Senegal, Gambia, Mali, Burkina Faso, Niger), ma ci sono anche persone del Pakistan e del Bangladesh. Sono giunti ad Ancona dalle strutture di accoglienza di Macerata, Matelica, Senigallia, dopo essersi organizzati in modo autonomo. La protesta è scattata dopo il rifiuto della richiesta di asilo da parte della Commissione prefettizia, che gli ha rilasciato un permesso di soggiorno di 3-6 mesi, con il quale non possono lavorare. Ci sono stati anche momenti di tensione, ma nessun contatto con le forze dell’ordine.
Ieri il deputato del M5s, Mirko Busto, membro della Commissione Ambiente, ha depositato un’interrogazione urgente: “Quali sono i patti tra Italia e Malta nella gestione dei migranti e delle trivellazioni offshore dei giacimenti petroliferi al largo della Sicilia?. Mi aspetto che il governo smentisca categoricamente di aver barattato vite umane per petrolio”. “Con un’emergenza migranti ogni giorno più drammatica, da più fonti, nazionali e internazionali, giungono notizie inaudite per cui il nostro Governo avrebbe barattato l’accoglienza sul suolo italiano dei barconi che dovrebbero essere recuperati da Malta in cambio della possibilità di sfruttare i giacimenti petroliferi al largo della Sicilia, che si sovrappongono alla zona di interesse maltese”. Busto ha affermato che, se la notizia fosse confermata, “ci sarebbe un ennesimo, enorme, motivo per andare a votare il 17 aprile al referendum non solo per dire no alle trivelle bensì per dire basta a un Governo che è fossile nel cervello”.