L’ultimo del commando degli attentati del 13 novembre a Parigi, sfuggito alla polizia, era Mohamed Abrini, l’uomo più misterioso, apparso ovunque in Siria, a Parigi, a Bruxelles e poi scomparso. Abrini e Osama Krayem sono due delle cinque persone arrestate ieri nel corso delle operazioni anti-terrorismo a Bruxelles.
Abrini è “l’uomo con il cappello”
Mohamed Abrini, complice di Salah Abdeslam per gli attenti di Parigi, sarebbe anche “l’uomo con il cappello” dell’attentato all’aeroporto di Bruxelles, quarta persona vista nella metro a Pétillon con Khalid El Bakraoui prima che si facesse esplodere a Maelbeek e colui che avrebbe acquistato, nel centralissimo centro commerciale City2 di Bruxelles, le valigie usate per gli attentati. Lo ha confessato lui stesso. Nel comunicato della procura sulla confessione del belga di origini marocchine, Abrini, si legge: “La procura federale ora è in grado di confermare che Mohamed Abrini è il terzo uomo presente in occasione degli attentati all’aeroporto internazionale di Bruxelles. E’ stato messo a confronto con i risultati di diverse evidenze ed ha riconosciuto la sua presenza al momento dei fatti”. Abrini inoltre ha precisato di “aver gettato la giacca in un cestino dei rifiuti ed aver venduto il cappello”.
Nel complesso, sono 4 le persone fermate ieri e accusate formalmente di terrorismo, altri due sospetti sono stati rilasciati. Successivamente una sesta persona è stata fermata dalla polizia, sospettata di essere legata agli attentati di Bruxelles. Secondo la catena televisiva fiamminga VRT, si tratterebbe di Bilal El Makhoukhi, un abitante di Bruxelles già condannato nell’ambito del processo contro l’organizzazione fondamentalista “Sharia4Belgium”. La Procura ha detto che il dna di Abrini, che è stato formalmente identificato dopo l’arresto a square Albert 1, ad Anderlecht, è stato ritrovato nell’appartamento di Schaerbeek da dove sono partiti i kamikaze per Zaventem, in quello dove sono state confezionate le cinture esplosive per Parigi, nell’appartamento di Forest dove c’era stato lo scontro a fuoco tre giorni prima della cattura di Salah Abdeslam e nella Clio nera, dove è stato visto assieme a Salah Abdeslam, da una telecamera di sicurezza di un distributore di benzina, la sera del 13 novembre usata per gli attentati di Parigi.
La cellula intendeva colpire di nuovo Parigi
Abrini avrebbe spiegato che dopo l’arresto di Salah Abdeslam, l’attentato del 22 marzo è stato compiuto a Bruxelles ma la cellula intendeva colpire nuovamente Parigi. Degli altri arrestati, uno è Hervé B.M., fermato in compagnia di Krayem. A Molenbeek, dove è vissuto da ragazzino, poi garzone della boulangerie adesso fallita, è per tutti “Brioche”. Altri lo descrivono come un ladruncolo e scippatore, prima del salto di qualità dopo un colpo da 200.000 euro. Nel mandato d’arresto figura l’accusa di complicità nella preparazione degli attentati del 13 novembre e di omicidio in relazione agli attacchi avvenuti a Bruxelles lo scorso 22 marzo.