La Commissione europea ha confermato di aver inviato una lettera
“C’è ancora tempo per prendere le misure necessarie”
all’Italia e ad altri quattro paesi, Belgio, Croazia, Finlandia e Romania, dichiarando di essere preoccupata “in merito al rispetto degli obblighi di bilancio”. Il commissario europeo per l’Euro, Valdis Dombrovskis, ha spiegato che ci sono sei Paesi “le cui strategie di bilancio potrebbero rischiare di condurre all’inadempimento degli obblighi previsti dal patto di stabilità e crescita”. I Paesi a rischio di deviazione degli obblighi di bilancio devono provvedere a correggere i propri squilibri economici. Gli squilibri macroeconomici di Italia Bulgaria, Croazia, Francia e Portogallo, restano “eccessivi” ma per nessuno di essi scatta una procedura con richiesta di correzione. A questa serie di comunicazioni si aggiunge una “raccomandazione autonoma” alla Spagna, per il mancato rispetto degli obblighi di bilancio, poichè il paese è attualmente soggetto alla procedura per i disavanzi eccessivi. L’esecutivo Ue spiega che si tratta di uno strumento introdotto nel quadro del cosiddetto “braccio correttivo” del patto di stabilità e crescita. Il commissario europeo per gli Affari economici, Pierre Moscovici, ha spiegato: “Abbiamo fatto quanto in nostro potere per informare le autorità nazionali dei rischi di inosservanza”, “Ora sta a loro tenere conto di questo input in sede di elaborazione dei rispettivi piani di bilancio a medio termine che presenteranno ad aprile”. Il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis, ha spiegato che “C’è ancora tempo per prendere le misure necessarie, per questo mandiamo oggi un segnale anticipato di avvertimento”. Per l’Italia si tratta di una doppia correzione: deficit strutturale e regola del debito. Nel caso dell’Italia, infatti, la Commissione ritiene che la legge di bilancio 2016 sia a rischio di non rispettare le regole del patto di stabilità e che sulla base dei dati disponibili finora non rispetterebbe la regola del debito che lo obbliga a ridurre il passivo di un ventesimo all’anno (su una media di tre anni) per la parte superiore al 60% del prodotto interno lordo. Per quanto riguarda la violazione della regola del debito, il vero braccio di ferro è sull’entità del deficit strutturale, che dipenderà anche dal grado di flessibilità che l’Italia si vedrà accordare dalla Commissione. Per correggere i conti c’è tempo fino a maggio. Allora il negoziato sulla flessibilità richiesta dall’Italia sui conti pubblici sarà concluso, saranno chiari obiettivi e percorso delle scelte di bilancio del medio periodo e arriverà il giudizio definitivo sulla legge di bilancio 2016.