Oggi partono le audizioni, nell’ambito della Legge di Stabilità, di categorie e parti sociali. Sul tavolo le richieste di somme
Boeri suggerisce tagli ai vitalizi fino al 50%
da mettere a disposizione a partire dalle risorse per il pubblico impiego, considerate insufficienti dai sindacati che già hanno annunciato mobilitazione e una manifestazione a fine mese. Intanto, il presidente dell’Inps, Tito Boeri, in una lunga intervista televisiva fa il punto su tutto il capitolo pensioni. E lancia l’allarme. Secondo Boeri, infatti, non manca solo una vera e ultima riforma delle pensioni, che spinga la flessibilità in uscita e risponda all’esigenza di “equità” e “sostenibilità sociale” del sistema. Il presidente dell’Inps, infatti, avverte che con la legge di stabilità non è nemmeno detto che si sia chiusa definitivamente la partita degli esodati. Boeri afferma che quello messo in campo dal governo con la manovra è un nuovo intervento “parziale”, che aggiungerà costi a quelli già “alti” sostenuti finora, senza risolvere la questione. Boeri avverte: “già ci sono forti pressioni per una ottava salvaguardia”. E ora la settima salvaguardia, per circa 31mila esodati, è coperta grazie ai risparmi su quelle precedenti, senza stanziamenti aggiuntivi. Una risposta strutturale, per Boeri, dovrebbe occuparsi anche dei “veri esodati”, di chi, cioè, è stato “semplicemente licenziato, tra i 55 e i 65 anni”. Boeri dice: “Per farlo dobbiamo dare una pensione più bassa a chi va in pensione prima”. La soluzione è quella della “flessibilità in uscita” ma “equiparando chi va a 63 e chi va a 67 anni. Boeri suggerisce di reperire le risorse anche chiedendo un contributo, pure “limitato, parziale”, a chi “ha importi elevati e ha goduto di trattamenti di favore”. In tutto si tratterebbe di una platea ridotta “circa 200mila persone”, compresi i politici. Per loro Boeri immagina, e aveva proposto a giugno a Matteo Renzi, “una riduzione che arriva anche fino al 50%, su vitalizi sopra gli 80-85mila euro all’anno”.