Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, sottolineando come in Italia i livelli della disoccupazione giovanile siano “assolutamente intollerabili”, ha detto che occorre introdurre la flessibilità in uscita nel sistema pensionistico “in tempi stretti” anche perché “c’é una penalizzazione molto forte dei giovani e c’é il rischio di avere intere generazioni perdute all’interno del nostro Paese”.
Partono le prime 150 mila buste arancioni
Boeri ha avvertito: “Questa settimana partono le prime buste arancioni, saranno 150 mila e conterranno le informazioni di base” con la stima dell’estratto conto contributivo, e la previsione del rapporto tra contributi versati, pensione futura e possibile data di uscita”.
Per Boeri si tratta di una operazione “importante, perché in Italia c’è una bassa cultura previdenziale e una consapevolezza finanziaria ancora più bassa, soprattutto fra i giovani”. In merito ai ritardi e alle difficoltà della campagna informativa con cui l’Istituto diffonde le proiezioni sulla pensione futura, Boeri ha detto: “Abbiamo trovato tantissimi ostacoli, soprattutto per l’invio delle buste arancioni perché, lo voglio dire con sincerità, c’è stata paura nella classe politica, paura che dare queste informazioni la possa penalizzare”, “la paura di essere puniti sul piano elettorale”. A proposito del part-time in uscita per chi è vicino alla pensione Boeri ha spiegato che si tratta di “una sperimentazione e come tale va studiata, non si può dare un giudizio prima”, spiegando che comunque, “ci sono dei limiti di stanziamento, quindi in ogni caso non potranno esserci più di 30 mila lavoratori nel giro di 3 anni”. E ha assicurato: “valuteremo la misura con estrema attenzione”.
Nel Rapporto sul precariato dell’Inps risulta che nel 2015 i contratti a tempo indeterminato sono aumentati di 911.000 unità rispetto alla fine del 2014 (saldo tra attivazioni e cessazioni). L’Inps ricorda, però, come nello scorso anno abbia inciso l’esonero contributivo per le assunzioni e le trasformazioni di contratto a tempo indeterminato.
Il 61% delle assunzioni stabili ha goduto del beneficio contributivo
Nell’anno sono stati oltre 1,57 milioni i contratti attivati con l’esonero, un numero molto superiore all’iniziale previsione (un milione). In pratica il 61% delle assunzioni stabili ha goduto del beneficio contributivo. Nel Rapporto si legge che nei primi due mesi del 2016 sono stati venduti oltre 19,6 milioni di voucher del valore nominale di 10 euro con un aumento del 45,2% rispetto allo stesso periodo del 2015 (13,5 milioni). Nei primi due mesi del 2014 erano stati venduti meno di 8 milioni di buoni di lavoro accessorio. Nei primi due mesi del 2016 sono stati stipulati 291.387 contratti a tempo indeterminato (comprese le trasformazioni) mentre le cessazioni, sempre di contratti a tempo indeterminato sono state 254.274 con un saldo positivo di 37.113 unità. Il dato è peggiore di quello dell’anno scorso (-74% rispetto ai +143.164 contratti dei primi due mesi 2015), risente della riduzione degli incentivi sui contratti stabili e della grossa accelerazione nelle assunzioni stabili a dicembre. Il dato è peggiore anche del 2014 (+87.180 posti stabili).