Nessun dietrofront dell’Austria in merito al piano per introdurre i controlli al Brennero che prevedono una rete di 370 metri.
L’Austria ha chiesto di poter effettuare controlli anche sul territorio italiano
Le autorità austriache hanno anche chiesto di poter effettuare controlli sui treni e sulla strada già sul territorio italiano.
Il ministro dell’interno di Vienna, Wolfang Sobotka, ha annunciato che i controlli ai confini con il Brennero partiranno alla fine di maggio. Il parlamento austriaco ha approvato la legge che inasprisce il diritto d’asilo con soli 4 voti contrari fra i socialdemocratici e il compatto sostegno dei popolari. Tra le misure spicca quella che prevede la dichiarazione di stato d’emergenza quando l’ordine pubblico e la difesa della sicurezza non possono essere più garantite a causa di un alto flusso di profughi. In questo caso, secondo la legge, a nessun migrante viene più permesso l’ingresso, le richieste di asilo possono essere rifiutate ai confini e i profughi rispediti in Paesi confinanti considerati sicuri.
Il capo della polizia tirolese, Helmut Tomac, in una conferenza stampa, ha annunciato che in servizio ci saranno 250 poliziotti, spiegando che in caso di necessità “saranno inviati anche soldati, ma la decisione spetterà al ministero della Difesa”. Tomac ha aggiunto: “L’allestimento di una rete sul confine italo-austriaco al Brennero dipende dall’Italia”. “In vista dell’imminente incontro dei ministri Sobotka e Alfano a Roma, sono stati rinviati i lavori di allestimento”. Il capo della Polizia tirolese ha precisato: “Si tratta di una normale rete e non di un filo spinato. Sarà allestita solo se necessario in caso di massiccio arrivo di migranti”.
Tomac: “L’Austria non intende isolarsi”
Tomac ha detto che la struttura portante sarà allestita prossimamente ma la rete vera e propria sarà “attaccata” solo in caso di bisogno, dicendosi fiducioso che la rete possa essere evitata. E ha concluso: “L’Austria non intende isolarsi ma incanalare gli eventuali flussi di migranti”.
Nella sua Enews, il presidente del consiglio, Matteo Renzi, ha scritto: “L’ipotesi di chiudere il Brennero è sfacciatamente contro le regole europee, oltre che contro la storia, contro la logica e contro il futuro”. Mentre nel corso della diretta #Matteorisponde, ha detto: “Stiamo cercando di fare un grande recupero di credibilità internazionale del Paese, soprattutto perché mentre noi allarghiamo i muri con la banda larga, altri costruiscono muri e chiudono confini, una cosa controtempo e totalmente slegati da qualsiasi tipo di realtà”.
Anche secondo il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, quello che accade al Brennero “è inaccettabile perchè non soltanto è contro le regole dell’Unione Europea sulla libera circolazione ma è contro la logica e il buonsenso: siamo al minimo storico nei flussi di attraversamento tra Italia e Austria. Il nostro compito è convincere i nostri partner austriaci dell’insensatezza dei loro comportamenti”.
Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, in un’intervista al quotidiano austriaco Die Presse, ha detto: “Confidiamo che Vienna non prenderà decisioni unilaterali nei prossimi mesi. E che l’Austria continuerà a collaborare strettamente con noi nella crisi dei profughi”.
Anche il presidente della Camera, Laura Boldrini, è stato critico nei confronti della chiusura del Brennero.
Boldrini: “Quella dell’Austria è la scelta più sbagliata”
E ha affermato: “Non è la strada giusta, perché divide. E’ la resa dell’Unione europea, vuol dire alzare bandiera bianca e mi auguro che le autorità austriache ci ripensino”. Poi ha aggiunto: “E’ una situazione molto preoccupante e quella dell’Austria la scelta più sbagliata”.
Dopo la presentazione del piano dell’Austria per il Brennero, Bruxelles ha lanciato l’allarme. Il portavoce della Commissione Ue, sulla situazione al Brennero, Mina Andreeva, ha detto: “La Commissione europea segue tutti gli sviluppi in Europa che vanno contro la tabella di marcia per tornare” al normale funzionamento di Schengen e in “questo caso con grave preoccupazione”. “La Commissione valuterà qualsiasi misura decisa o annunciata dal governo austriaco secondo i criteri di “necessità” e “proporzionalità”. Il presidente Jean-Claude Juncker discuterà della questione col premier Renzi, a Roma, giovedì”. A chi le chiedeva se ci saranno azioni nei confronti dell’Austria prima dell’incontro, Andreeva ha risposto che sulla situazione al Brennero “il prossimo passo sarà l’incontro ad alto livello tra il presidente Juncker ed il premier Renzi giovedì prossimo”.
Dopo che anche la Commissione Europea ha espresso grande preoccupazione sugli sviluppi in Austria, l’europarlamentare Cécile Kyenge (S&D-PD), ha detto: “L’annunciata messa in funzione della barriera costruita al Brennero dall’Austria è un monumento alla paura e alla sfiducia reciproca fra Stati Membri della stessa Unione, Italia e Austria, che finora hanno lealmente cooperato”. E ha continuato: “La scelta austriaca è inaccettabile sfregia regole e principi europei, oltre a essere dannosa perché la barriera sarebbe collocata lungo un’arteria di collegamento fondamentale”. Poi, ha aggiunto: “Le vere soluzioni sono altre: la gestione comune delle frontiere esterne dell’Unione Europea, accelerando l’istituzione della Guardia Costiera e di Frontiera europea”.
Infine, dal Papa è arrivato un altro appello. Durante una conversazione con il Vescovo di Bolzano-Bressanone, Ivo Muser, Papa Francesco ha parlato dell’importanza di assistere i rifugiati e del previsto ripristino della frontiera al Brennero, sottolineando l’urgenza di aiutare le persone in fuga. Nell’udienza generale di ieri Bergoglio aveva nominato e salutato i pellegrini della Diocesi di Bolzano-Bressanone, incoraggiandoli a riconoscere nella quotidianità le molteplici opportunità per essere realmente prossimi ai bisognosi.