Per tutta la giornata di oggi, alla Farnesina, i governi di 52 Paesi africani, con oltre 40 ministri degli Esteri, incontreranno e si confronteranno con le massime autorità italiane, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al presidente del Consiglio Matteo Renzi, con interventi dei ministri Gentiloni, Alfano, Martina e Galletti. A questi si uniranno una ventina di rappresentanti di diverse organizzazioni internazionali.
Costruire una partnership con il Continente africano
Dopo la Giornata dell’Africa e l’Iniziativa Italia-Africa, lanciata dalla Farnesina nel 2013 con l’obiettivo di “costruire una partnership più paritaria e sostenibile con il Continente africano”, infatti, oggi a Roma si svolgerà la Prima Conferenza ministeriale Italia-Africa (un’iniziativa destinata a ripetersi ogni due anni) organizzata dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI). Strategicamente, l’invito è stato rivolto anche ai rappresentanti permanenti dei Paesi africani a New York, così come ai vertici dell’imprenditoria italiana interessata all’Africa.
Sull’evento della Farnesina, che in passato non è mai davvero decollato, l’Italia punta molto e la Conferenza assume oggi una rilevanza strategica con l’obiettivo di consolidare la sua immagine come intermediario di riferimento per l’Africa, sia alle Nazioni Unite che in Europa.
A Renzi interessa dare continuità alla sua campagna africana per sbloccare gli investimenti italiani nel continente e dare massima visibilità al rinnovato impegno italiano nella cooperazione allo sviluppo, riconoscendo ai Paesi africani le opportunità e non più solo le problematiche.
L’Italia cerca sostenitori per la candidatura al seggio del Consiglio di Sicurezza
L’Italia è da oltre un anno alla ricerca di sostenitori per la candidatura al seggio non permanente del Consiglio di Sicurezza per il biennio 2017-18, per la cui assegnazione si vota il 28 giugno all’Onu. I voti africani renderebbero l’obbiettivo più facilmente raggiungile. Per essere eletti membri del Consiglio di Sicurezza i Paesi candidati devono ottenere una maggioranza di due terzi dei voti espressi dai rappresentanti degli Stati membri presenti e aventi diritto al voto in seno all’Assemblea Generale, che a sua volta è composta da 192 membri. E il peso dell’Africa, con i suoi 54 Stati membri delle Nazioni Unite, è notevole. Avere l’Africa dalla nostra parte, dunque, è fondamentale per battere la concorrenza di Svezia e Olanda.
E poi c’è il Migration Compact, la proposta dell’Italia all’Ue per la gestione dei flussi migratori, sulla quale il premier conta di incassare l’appoggio dei paesi africani con l’obiettivo di mettere in sicurezza la rotta mediterranea, così come è stato fatto con la rotta balcanica dopo l’accordo con la Turchia. Il piano proposto all’Ue da Renzi, che lo scorso febbraio ha visitato Nigeria, Ghana e Senegal, dai quali solo nell’ultimo anno sono arrivati quasi 32mila migranti in Italia, prevede il sostegno allo sviluppo dei Paesi d’origine dei profughi.
Mattarella, ha aperto i lavori della sessione plenaria
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aprirà i lavori nel corso della sessione plenaria, seguito dagli interventi del ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Paolo Gentiloni, e del ministro degli Affari Esteri del Ciad e Presidente di turno del Consiglio dell’Unione Africana, Moussa Faki Mahamat. Previsti interventi della Presidente della Commissione dell’Unione Africana, Dlamini Zuma, del Commissario dell’Unione Africana (UA) per la Pace e la Sicurezza, Smail Chergui e della Commissaria all’Energia della U.A., Elaham Ibrahim. I lavori sono stati chiusi dal Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi.
Il programma prevede un approfondimento su quattro questioni chiave a partire dai temi ambientali ed economici. In agenda anche le principali questioni di attualità internazionale, come la minaccia terroristica di matrice jihadista ed il boom migratorio, che in larga parte si sviluppano proprio in Africa.
Quattro i panel tematici
I lavori, infatti, sono organizzati in quattro panel tematici, dedicati rispettivamente a sostenibilità economica, sostenibilità socio-ambientale, migrazioni e pace e sicurezza. Al ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina è stato affidato il panel sulla sostenibilità economica dal titolo “Italia-Africa, le sfide per una crescita comune”. Durante la Conferenza verrà sottolineato l’impegno della Cooperazione italiana per lo sviluppo agricolo dell’Africa: in particolare, si farà riferimento al sostegno italiano a filiere produttive agricole, così come alla partecipazione dell’Italia al Consorzio di Infrastrutture per l’Africa. Con un occhio all’energia, il terzo settore in cui l’Italia promette una più stretta collaborazione.
Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, presiederà al secondo tavolo, quello sulla sostenibilità socio-ambientale. Insieme ai direttori della Fao e dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, Galletti si focalizzerà su ambiente e sviluppo sociale.
Al tavolo sostenibilità del fenomeno migratorio, il ministro degli Interni, Angelino Alfano. Sul tema migrazioni, la Conferenza darà all’Italia l’occasione di esporre il Migration Compact alla platea africana. Anche qui l’obiettivo è sottolineare come il governo italiano si sia fatto promotore di un’iniziativa che, al di là delle singole valutazioni, rappresenta “un’applicazione concreta di principi già affermati dalle risoluzioni Onu e a tutti i livelli delle organizzazioni internazionali”.
Al tavolo di pace e sicurezza il viceministro degli Esteri Giro
All’ultimo tavolo, pace e sicurezza, quello con il viceministro degli Esteri, Mario Giro.
I principali temi toccati dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’ambito della conferenza sono stati il fenomeno dell’immigrazione e la lotta al terrorismo. Mattarella ha sottolineato che il fenomeno è ormai “epocale” e “di fronte a un evento così gravido di conseguenze, non possiamo concentrarci su soluzioni di mero contenimento. Abbiamo invece il dovere di proporre e discutere insieme approcci di natura globale, non soltanto legati all’urgenza, ma capaci di portarci a soluzioni durevoli”.
“La sicurezza della vita propria e delle proprie comunità è messa a dura prova dalla minaccia incombente, insidiosa e trasversale, del fondamentalismo terrorista. Forze violente, minoritarie, prendono in ostaggio intere popolazioni”. “Le sfide dell’oggi, sfide comuni con le quali confrontarci subito, perché domani sarà già tardi” sono queste: “l’intelligente governo di un fenomeno migratorio non transitorio ma epocale. L’esigenza di politiche economiche e sociali capaci di sostenere la crescita economica e l’occupazione. La lotta alla corruzione, che drena risorse importanti a scapito dello sviluppo”. “L’Italia è, per condizione geografica, storia e cultura, ponte tra Africa ed Europa. Un ponte libero da pregiudizi, rispettoso delle peculiarità degli interlocutori e pronto a un confronto pragmatico e aperto”.
In cima all’agenda europea la collaborazione tra Ue e Africa
Il ministro degli esteri Paolo Gentiloni ha detto che “attraverso il migration compact “abbiamo messo la collaborazione tra Ue e Africa in cima all’agenda europea. Per questo chiederemo che al prossimo consiglio europeo di giugno esca un piano operativo per l’Africa e ad ampio raggio per progetti pilota, da far partire in tempi brevi”. E ha aggiunto che serve “un impegno strategico” per un “patto con l’Africa per evitare che la rotta del Mediterraneo centrale abbia impennate nei prossimi mesi”. “Per ora non ci sono emergenze e abbiamo spazio per mettere in campo una strategia prima che si verifichino situazioni di emergenza che nessuno può escludere”. E ha concluso dicendo che all’Europa chiediamo “un impegno strategico” per un “patto con l’Africa per evitare che la rotta del Mediterraneo centrale abbia impennate nei prossimi mesi”.
A cura di Roberta d’Eramo