Germania: “La strage degli armeni fu genocidio”

Germania: “La strage degli armeni fu genocidio”

Oggi il parlamento tedesco ha approvato una risoluzione, di valore simbolico,  che definisce “genocidio” la strage di armeni compiuta un secolo fa, nel 1915, dai turchi ottomani.

Anche un’ammissione della “corresponsabilità” del Reich tedesco

La risoluzione contiene non solo la parola “genocidio” ma anche un’ammissione della “corresponsabilità” e del “ruolo inglorioso” del Reich tedesco nella vicenda. Il principale alleato militare dell’Impero ottomano, infatti, pur sapendo cosa stesse accadendo, “non provò a fermare questi crimini contro l’umanità”.

Per riconoscere il genocidio i deputati tedeschi si sono espressi a stragrande maggioranza. Solo un deputato ha votato contro e un altro si è astenuto. La mozione era stata presentata dal blocco conservatore della cancelliera Angela Merkel insieme a socialdemocratici e Verdi. Il capogruppo al Bundestag, la camera bassa del parlamento tedesco, dei Cristiano democratici, Volker Kauder, aveva spiegato che “La nostra intenzione non è mettere la Turchia sotto accusa, ma riconoscere che la riconciliazione è possibile solamente se i fatti vengono messi sul tavolo”. Già un anno fa il presidente tedesco, Joachim Gauck, e quello del Bundestag, Norbert Lammert, avevano parlato di “genocidio”. Finora il genocidio armeno è stato riconosciuto in 22 paesi tra cui Italia, Francia, Germania, Canada, Grecia e Russia. Sulla questione era intervenuto anche il presidente armeno, Serz Sargsyan, che aveva lanciato un messaggio ai deputati del Bundestag affinchè non si lasciassero intimidire dal presidente turco. Sargsyan aveva affermato: “Non è giusto che non si possa chiamare genocidio il massacro contro gli armeni, solo perché il capo di Stato di un altro Paese ne è disturbato”.

Il voto doveva essere “un vero e proprio test per l’amicizia” tra i due Paesi

La Turchia non ha mai riconosciuto il genocidio. Poco prima del voto il premier turco, Binali Yildirim, dopo giorni di un’aspra campagna di accuse condotta dalle autorità di Ankara,  aveva detto che il voto sarebbe stato “un vero e proprio test per l’amicizia” tra i due Paesi, mentre l’eventuale approvazione al Bundestag tedesco di una risoluzione in tal senso sarebbe stato un gesto “irrazionale” e “ridicolo”. Yildirim aveva sostenuto che comunque sarebbe stato “un problema della Germania” visto che lì vivono “3,5 milioni di elettori di origine turca” che “contribuiscono per “40 miliardi all’economia tedesca”. Dopo la risoluzione a rischiare ora sono gli accordi raggiunti lo scorso 18 marzo riguardo la questione dei migranti e la liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi. Il premier turco, prima del voto, aveva assicurato che in ogni caso non sarebbe stato questo voto a mettere in discussione l’accordo con l’Ue sui migranti.

Erdogan: “comprometterà seriamente i rapporti tra i due paesi”

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan.

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato senza mezzi termini che la risoluzione tedesca sul genocidio in Armenia “comprometterà seriamente i rapporti tra i due paesi”. E poco dopo l’esito della votazione, il ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu, ha twittato: “Il modo per chiudere pagine oscure della propria storia non è infangare la storia di altri paesi con decisioni parlamentari irresponsabili e infondate”. L’anno scorso durante le celebrazioni del centenario, Papa Francesco aveva definito quello armeno il “primo genocidio del XX secolo”. Erdogan in proposito rispose al Pontefice: “Quando i politici e i religiosi si fanno carico del lavoro degli storici non dicono delle verità, ma stupidaggini”.

Papa Francesco.

Intanto, dopo il voto del parlamento tedesco, la Turchia ha richiamato il proprio ambasciatore in Germania per consultazioni.

La cancelliera Angela Merkel ha provato a smorzare l’impatto della risoluzione dichiarando: “C’è molto che lega la Germania alla Turchia e, anche se abbiamo differenze di opinione su un singolo tema, la portata dei nostri collegamenti, della nostra amicizia e dei nostri nostri legami strategici è troppo grande”.

Centinaia di migliaia di civili furono deportati

La cancelliera tedesca, Angela Merkel.

Il popolo armeno sostiene che nel 1915 a morire a causa delle atrocità commesse dal governo dei “Giovani Turchi” che aveva preso il potere nel 1908 fu un milione e mezzo di persone. Centinaia di migliaia di civili furono deportati nelle regioni desertiche, dove persero la vita per gli stenti. Obiettivo del governo era quello di creare uno stato nazionale turco basato sull’omogeneità etnica e sulla religione islamica. La popolazione armena, che da tempo chiedeva autonomia, poteva risultare un ostacolo a questo progetto. A scatenare la violenza fu la decisione di alcuni armeni di arruolarsi nell’esercito russo.

La Turchia sostiene invece che il bilancio delle vittime è molto inferiore, intorno alle 300mila persone e rifiuta l’utilizzo del termine “genocidio” perché sostiene che durante la Grande Guerra non ci sia stata una sistematica campagna per sterminare il gruppo etnico dei cristiani armeni ma che furono vittime dei tumulti seguiti al collasso dell’Impero Ottomano, al pari di migliaia di cittadini turchi.

 

A cura di Roberta d’Eramo

 

Lascia una risposta