Oggi, in piazza, a Bologna, si è svolta la manifestazione della Lega Nord “Liberiamoci e ripartiamo”,
La piazza ha invocato Salvini
con la partecipazione di Fratelli d’Italia, di Giorgia Meloni, e Forza Italia, di Silvio Berlusconi. Una giornata nella quale il centrodestra aveva annunciato di essere tornato unito, ma oggi non si è capito da cosa. L’ex Cavaliere, accettando l’invito di Salvini, aveva detto: “Non potevamo restare indifferenti dinanzi alle pressioni dei nostri elettori che in questi giorni hanno insistentemente chiesto una forte dimostrazione di unità del centro-destra”. Proseguendo: “Questa unità si è concretizzata nella riunione dei capigruppo di Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia, a conferma che i movimenti del centro-destra hanno l’assoluta consapevolezza di poter vincere soltanto se uniti”. E Salvini, rispondendo con gratitudine al sì di Berlusconi, aveva dichiarato: “Un’opposizione finalmente compatta potrà liberare gli italiani dalla sinistra delle tasse e dell’invasione. È un segnale che a Renzi non piacerà”. Ma se di centrodestra unito si è parlato, in piazza si è visto tutto il contrario. Se è vero, infatti, che Salvini ha portato a casa un buon risultato, perché è riuscito a riempire una città storicamente rossa, le divisioni nelle varie fazioni si sono più che mai notate. Nella stessa piazza c’è stato chi cantava l’Inno di Mameli e chi, a breve distanza, inneggiava al grido di “secessione, secessione”. Nell’aria sventolavano molte bandiere di “Prima il Nord”, poche di “Noi con Salvini”, il partito del Sud fedele al segretario, e ancora meno di Forza Italia. Ma non è tutto. Sul palco, dopo tre anni di assenza dai comizi, Berlusconi ha iniziato il suo discorso ringraziando i compagni di vent’anni di politica, da Umberto Bossi a Roberto Calderoli fino a Roberto Maroni. Poi l’ex premier ha attaccato Renzi dicendo che”da gennaio ha perso 10 punti nei sondaggi”, ha detto che “bisogna abolire Equitalia”, ha contestato le riforme costituzionali e ha annunciato che il centrodestra “unito arriverà al 40%”. Un intervento lungo, quello del leader di Forza Italia, che ha preceduto quello di Matteo Salvini. E quando Berlusconi, prolungando ancora l’attesa del padrone di casa, ha chiesto alla piazza di rispondere sì alle sue parole, la piazza ha invocato Salvini urlando: “Matteo, Matteo”. In pochi hanno applaudito. Per lo più, la piazza, gremita da migliaia di leghisti, non ha apprezzato. Sotto al palco i Giovani Padani lo hanno insultato e qualcuno lo ha fischiato. Sono due le fazioni, all’interno di Forza Italia, che, in questi giorni, si sono contese la vittoria di portare o meno Berlusconi sul palco, a Bologna. Entrambe presenti oggi. Da una parte c’erano Giovanni Toti, Gregorio Fontana e Licia Ronzulli, propensi all’intervento di Berlusconi. Dall’altra Mariastella Gelmini, Paolo Romani e Renato Brunetta, per niente d’accordo. Questi ultimi, allarmati da fischi e insulti, hanno pensato di aver avuto ragione. La tensione è salita e ne è nato un battibecco violento che poi si è stemperato. Ma la poca compattezza è trapelata anche dai discorsi dei due leader. E se da una parte Berlusconi ha definito “Grillo come Adolf Hitler”, dall’altra Salvini ha detto che proprio con “Grillo farebbe le riforme”. Sempre Salvini ha detto di voler parlare a tutta Italia, ma nel suo discorso ha citato due teorici del federalismo: il professore e storico antifascista, Gaetano Salvemini, e l’ ideologo degli esordi della Lega, Gianfranco Miglio. La verità è che la Lega Nord ha occupato interamente la piazza in una manifestazione dove il 97% dei partecipanti era padano. E, nella Lega hanno detto di esserne sicuri, “Matteo ha capito che in piazza c’era soprattutto la gente del Nord, i vecchi leghisti che hanno riempito la manifestazione con le bandiere del Sole delle Alpi e del Veneto”.