Stefano Parisi ha accettato di candidarsi a sindaco di Milano
e oggi si è presentato alla stampa come candidato della coalizione di centrodestra alla successione di Giuliano Pisapia a Palazzo Marino. La proposta gli era stata fatta da Silvio Berlusconi e aveva avuto il consenso anche di Matteo Salvini per la Lega e di Giorgia Meloni per Fratelli d’Italia, che in una cena avevano ritenuto, quello di Stefano Parisi, ex direttore generale di Confindustria, ex city manager di Gabriele Albertini, ex amministratore delegato di Fastweb, “un bel nome” che poteva mettere tutti d’accordo nel centrodestra. Anzi il leader della Lega era andato anche oltre stabilendo la strategia del centrodestra: “Mentre la sinistra si scanna, noi portiamo persone normali. E Parisi è una persona più che normale”. Mancava il sì dell’interessato che aveva posto una condizione politica, quella di candidarsi solo con un centrodestra completo, come quello con cui era stato city manager del sindaco Gabriele Albertini fra il 1997 e il 2000. Quindi non solo Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia anche gli ex berlusconiani milanesi che sostengono tuttora il Governo di Matteo Renzi a Roma. Dunque questa partita interna al centrodestra l’ha vinta il governatore leghista della Regione Lombardia, Roberto Maroni, che ha sempre spinto per un’alleanza inclusiva come quella con cui amministra lui, anche a costo di litigare con Salvini. In Regione Lombardia c’è appunto Ncd. Il partito di Angelino Alfano, infatti, governa la Regione con Roberto Maroni e l’Italia con Matteo Renzi. Dunque a sostegno del neo candidato ci sarebbe stato anche il Nuovo centrodestra. Salvini è sempre stato durissimo sulle alleanze con Ncd. In questo caso, però, Parisi sembrava essere il garante dell’alleanza. Il leader della Lega ha quindi dovuto accettare per ragioni di coalizione, ma ha ottenuto che non ci fosse il simbolo del partito di Angelino Alfano. Gli uomini di Ncd, a Milano, saranno impegnati a comporre la lista civica a sostegno del candidato sindaco, per cercare di intercettare il consenso di quel mondo moderato di centro che non vota la Lega di Matteo Salvini, non si riconosce più nel partito di Silvio Berlusconi ma neanche vuole schierarsi a sinistra. Ncd a Milano sono soprattutto Maurizio Lupi e Roberto Formigoni. Oggi, dopo mesi di discussioni, il numero uno di Chili.tv (il primo servizio italiano online di video on demand, che Parisi ha creato dopo la decisione di lasciare l’incarico di amministratore delegato di Fastweb), ha sciolto ogni riserva e ha annunciato il sì definitivo: sarà lui, ufficialmente, a sfidare il renziano Giuseppe Sala per il centrodestra. Parisi ha dichiarato: “Miracolo lo hanno chiamato. Questo è il motivo vero per cui ho scelto di candidarmi”. E ha spiegato: E’ stata una scelta difficile perché implica un profondo cambiamento delle mie prospettive di vita e professionali, ma la spinta decisiva è venuta dall’aver verificato che intorno al mio nome si è coagulato il consenso di tutte le componenti dell’area che è oggi al governo della Regione Lombardia”, “Il motivo vero per cui ho scelto, è il supporto di un’area allargata, anche con Ncd. Credo sia indispensabile per vincere a Milano”. Che si sia trattato di una scelta sulla persona piuttosto che di un progetto politico articolato lo provano le parole di Salvini che, alla domanda di un giornalista se in campagna elettorale si sarebbe fatto vedere sul palco insieme ad Angelino Alfano ha risposto: “Non penso. Non sono io che devo ripensare niente, è qualcun altro che deve ripensare a quello che sta facendo. Io penso alla mia battaglia per Milano e con la Lega. E lascio ad altri le loro scelte”. Questa battaglia, se vinta, ha dichiarato Salvini. “sarà l’avviso di sfratto a Renzi”.