In pieno clima rovente su unioni civili, stepchild adoption e ddl adozioni,
“Due compagne gay possono adottare ciascuna la bambina dell’altra”
su cui il Pd sta spingendo, oggi il Tribunale dei minori di Roma ha pronunciato una sentenza che riconosce la doppia adozione incrociata a una coppia di donne, ciascuna madre di una bambina avuta con l’inseminazione artificiale (non si tratta dunque in questo caso di utero in affitto) in Danimarca. Il tribunale ha accolto i due ricorsi proposti dall’avvocato Francesca Quarato della Rete Lanford, componente delle famiglie Arcobaleno, stabilendo che due compagne gay possono adottare ciascuna la bambina dell’altra. In questo caso il tribunale ha applicato un’interpretazione estensiva della legge sulle adozioni, servendosi di quel riferimento alle cosiddette “adozioni in casi particolari”. Mentre dunque la politica accampa pretesti, censura articoli e stringe alleanze, giustificandosi con il motto “meglio poco che niente” i giudici, approfittando del vuoto normativo, già stanno praticamente riconoscendo la stepchild adoption, stralciata invece dal ddl Cirinnà. Come spiega l’avvocato Francesca Quarato, autrice dei ricorsi al tribunale di Roma, “Le minori in favore delle quali è stata riconosciuta l’adozione sono nate ciascuna da una delle due donne della coppia” e la sentenza ha dato “un riconoscimento giuridico” all’intreccio “dei rapporti genitoriali e dei legami familiari, biologici e sociali”. Questo significa che adesso ognuna delle due bambine “ha un genitore biologico e un genitore sociale, entrambi con piena e pari capacità e responsabilità genitoriale”. Le due bambine, di 4 e 8 anni, infatti, avranno lo stesso cognome, pur non essendo giuridicamente sorelle.
Oggi il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha replicato al collega dell’Interno, Angelino Alfano, infuriato sulla possibilità prospettata dal Pd di una nuova stepchild adoption regolamentata in un disegno di legge a se stante (a pochi giorni dall’approvazione al Senato del ddl Cirinnà senza la norma sulle adozioni). Alfano, oggi, in un’intervista al Messaggero, ha dichiarato: “il patto tra di noi è chiaro e lo stralcio sulle adozioni non è solo su questo provvedimento ma in generale: mai avremmo votato la legge se ci fosse stato detto che lo stralcio era provvisorio, in attesa di una nuova legge. Su questo la nostra intransigenza è assoluta”, ribadendo così il “no” alle adozioni per le coppie gay. Orlando dunque ha lanciato un appello facendo presente che “una nuova legge sulle adozioni serve” perchè”In Italia le procedure sono così lunghe e farraginose che non consentono di dare accoglienza ai bambini” e che “bisogna ammainare gli stendardi” altrimenti “si parte col piede sbagliato”, spiegando: “Non incominciamo con le contrapposizioni ideologiche visto che Alfano chiede sanzioni per l’utero in affitto che mi sembrano ragionevoli. Ma è difficile disciplinare una patologia senza rivedere le adozioni”.
In questo momento, dunque, il Pd sta premendo l’acceleratore sulle adozioni gay per mostrare che la colpa dello stralcio dell’articolo 5 dal ddl Cirinnà non è stata sua e che invece l’interesse a metter mano alla materia c’è. Alla Camera, infatti, la commissione Giustizia sta per dare il via allo svolgimento di una indagine conoscitiva sulla legge sulle adozioni, prima del dibattito sulla legge. Sono previste una serie di audizioni, tra cui alcuni ministri, come il Guardasigilli, il titolare del dicastero del Lavoro e Politiche sociali Giuliano Poletti, i rappresentanti degli Enti locali e poi magistrati, avvocati e docenti universitari esperti in materia, nonchè associazioni e operatori dei servizi sociali. Si sono espressi a favore il Pd e Sinistra Italiana, contrari invece Lega e FdI, mentre il M5S si è astenuto. Al momento del voto i componenti della commissione di Ap e Forza Italia erano assenti. L’indagine conoscitiva, come da deliberazione votata oggi dalla commissione, si concluderà entro metà aprile. Il capogruppo Pd Ettore Rosato sta scrivendo un testo. E perchè la legge venga approvata il Pd pensa di adottare una tattica ben precisa, come dice il dem Walter Verini: “Dobbiamo affrontare un tema alla volta, e una volta trovato l’accordo su esso, passare al successivo”, per giungere ad un “testo condiviso”. Nel frattempo il capogruppo alla Camera di Ap Maurizio Lupi, che sembra voler mettere le mani avanti, dice che con il sì alle unioni civili, “abbiamo confermato la fiducia a un governo che ha detto no alle adozioni omosessuali, no all’utero in affitto, no alla stepchild adoption. La questione è chiusa” aggiungendo, caso mai non fosse chiaro, “La stepchild adoption è un argomento chiuso per la maggioranza”. Non sembra molto disponibile neanche l’atteggiamento del M5s. Oggi, subito dopo la sentenza, infatti, neanche a farlo apposta, il vicepresidente M5s della Camera, Luigi Di Maio, in un videoforum su Repubblica Tv, ha dichiarato: “Per le coppie omosessuali l’adozione sic et simpliciter va affrontata con un referendum popolare”. E ha spiegato: “Se parliamo di temi etici così importati è giusto coinvolgere il popolo italiano, non basta un Parlamento eletto con una legge incostituzionale”. Poi ha aggiunto: “L’unica posizione ufficiale del M5s è sulle unioni civili e sulla libertà di coscienza sulla step child adoption. Ma al di là del fatto che io, come Fico e Di Battista, sono d’accordo, ricordo che la questione non riguarda le adozioni gay, riguarda i diritti di un figlio che rimane orfano”.