E’ finita ieri sera la consultazione popolare che a Roma,
Berlusconi: “Salvini e Meloni vedano cosa fare”
dopo ripetute polemiche e disconoscimenti vari ad opera di Matteo Salvini, avrebbe dovuto indicare definitivamente la scelta o meno dei cittadini romani del centrodestra sul candidato sindaco, Guido Bertolaso. Sulla scheda per il voto sono stati formulati quattro quesiti: una sorta di referendum su Bertolaso; la condivisione dell’impostazione del programma basato sullo slogan “Tolleranza zero”; il sostegno ai valori del centrodestra; e una lista di 15 priorità per Roma piuttosto generiche tra cui scegliere, dalla manutenzione stradale all’emergenza casa, dalla sicurezza all’abbassamento delle tariffe comunali. E’ stato anche lanciato l’hashtag: #RomaSeiTu. Alla chiusura dei seggi il comitato promotore delle elezioni dell’ex capo della Protezione civile ha salutato con entusiasmo il risultato che ha sancito il trionfo dell’ex capo della protezione civile. Il comitato ha annunciato: “Bertolaso al 96,7 per cento. Al voto 45mila-48mila romani”.
Alle consultazioni organizzate a Roma da Forza Italia, dunque, il centrodestra si è giocato l’ultima carta per il candidato sindaco ufficiale. Lo stesso Bertolaso aveva detto: “Se vince il no o se l’affluenza sarà troppo bassa, io mollo tutto”. I numeri ipotizzati dalle migliori proiezioni del partito, invece, sono stati battuti. L’affluenza alle urne ha addirittura sorpassato quella delle primarie del Pd. Per tutta la giornata di sabato, primo giorno di voto, il capogruppo a Montecitorio, Renato Brunetta, aveva aggiornato ora dopo ora l’esito delle votazioni, e così via fino a domenica, quando aveva detto: “Un risultato straordinario. Le prime stime sui numeri sono estremamente positive. Ieri abbiamo avuto circa 30mila persone ai gazebo e oggi, se le percentuali saranno confermate, speriamo chiaramente di sì, si può tranquillamente arrivare a 35-40mila, e anche oltre, si possono superare i numeri del Pd, che per organizzare le primarie ci ha messo tre mesi con tanto di pubblicità e di campagna elettorale dei candidati”. E così è stato. Preso dall’entusiasmo il senatore Maurizio Gasparri ha detto: “Dovremmo proseguire in questa consultazione popolare in tutti i municipi di Roma. Questo ho proposto a tutta Forza Italia e al comitato per Bertolaso e sono certo che sarà proprio l’entusiasmo dei nostri militanti a motivare la replica di questa iniziativa già in questi giorni”.
I dubbi però non sono mancati. Ai numeri forniti da Forza Italia hanno fatto da contrasto le immagini dei banchetti semivuoti. Non solo, per votare non c’è stato alcun obbligo di registrazione. E’ stato sufficiente presentare un documento che attestasse la residenza a Roma. Questa modalità avrebbe anche potuto consentire un doppio voto, in un altro gazebo. E’ stato calcolato, infatti, che per raggiungere i numeri ottenuti, nei 70 gazebo avrebbe dovuto votare un elettore ogni minuto e venti secondi. I vertici del partito si sono difesi dicendo: “Qualche gazebo però ha chiuso anche alle 20 perché c’era ancora chi voleva votare”.
Quanto ai commenti sull’esito delle elezioni, la sinistra ha evitato qualunque dichiarazione. Il coordinatore del Lazio dei Conservatori e Riformisti, Luciano Ciocchetti, ha attaccato dicendo: “I romani meritano rispetto e quindi sarebbe giusto smetterla con i numeri a vanvera. Basta balle”. E Francesco Storace, candidato per La Destra, ha sentenziato: “Le balle sui votanti durano poco”. Per tutta risposta Forza Italia ha dichiarato: “Non abbiamo nulla da nascondere”. Come previsto, dopo le dichiarazioni degli ultimi giorni, la Lega ha snobbato le consultazioni. Il leader, Matteo Salvini, infatti, aveva più volte sottolineato: “Bertolaso non è il mio candidato”. E Fratelli d’Italia, che pur ha partecipato alle consultazioni, aveva anche sottolineato: “Sarebbe stato preferibile uno slittamento dei gazebo successivo a una nuova verifica tra i partiti del centrodestra per ricompattare la coalizione”. Ieri la presidente Giorgia Meloni, ha detto: “Chiedo un incontro risolutivo a Berlusconi e Salvini nella giornata di domani. Metto a disposizione anche la mia candidatura come gesto di amore e responsabilità. Mi aspetto amore e responsabilità anche dagli altri”. E ha aggiunto: “Guido Bertolaso può essere un buon candidato e un buon sindaco se riesce a unire le forze di centrodestra. Se riesce a farlo e a vincere le perplessità che ancora diverse persone hanno, Fdi sarà con lui come lealmente ha fatto dall’inizio”. Se Bertolaso “si presta a strumentalizzazioni che forse sono utili a tutelare un partito ma che sicuramente danneggiano i romani, allora saremo costretti a fare scelte diverse. Abbiamo contribuito al risultato dei gazebo invitando i romani a votare con spirito unitario. Anche il nostro impegno è stato sfruttato per delegittimare me e il movimento che rappresento. Una follia”. Meloni rimarca: “Poteva essere una festa per il centrodestra ed è servito come palchetto per decretare il funerale della coalizione. Potrei aggregarmi alla fiera della irresponsabilità collettiva, e assumere subito decisioni unilaterali, ma mi preoccupa il risultato finale per i romani più che mostrare i muscoli ai colleghi”.
Nonostante la vittoria del candidato sindaco, la frattura che si è venuta a creare all’interno del centrodestra è ormai insanabile. Durante le operazioni di voto Silvio Berlusconi, insieme al candidato Bertolaso, ha visitato alcuni stand, tra cui quello del Pantheon. Lì ha ribadito le dichiarazioni già ampiamente esplicitate nei giorni scorsi, come: “Bertolaso è una grande opportunità per Roma”, “Gli altri candidati fanno ridere. Lui è l’unico protagonista che in tempi certi e contenuti può cambiare la nostra città ridotta in un degrado inaccettabile”. Berlusconi ha rivendicato di aver impiegato “tre mesi a convincere Bertolaso, che è un uomo del fare, a venire ad occuparsi della nostra città” il quale “Ha subito adottato uno slogan in cui ci riconosciamo che è quello della “tolleranza zero”. E in poco tempo ha messo su un programma e metterà su un’ottima squadra”. Berlusconi ha spiegato che le consultazioni “sono l’inizio di un percorso per far conoscere ai romani cosa vuole fare Bertolaso”. Poi ha pronunciato il suo pronostico: “Sono convinto che vincerà al primo turno, non c’entrano i partiti. E’ e deve essere il candidato sindaco di tutti”. Infine l’ex premier ha lanciato due frecciatine, una sul Movimento 5 Stelle, dicendo: “La Raggi? Un buon avvocato ma non saprebbe dove cominciare”, l’altra sugli alleati di centrodestra: “Loro hanno chiesto i gazebo e poi se ne sono sottratti. La Lega a Roma è all’1,4 per cento. Ho sentito Meloni per telefono e mi aspetto dica cosa vuole fare”. In un altro gazebo, a Portuense, Berlusconi ha aggiunto: “Quando arriverà un politico e mi dirà voglio andare al posto di Bertolaso, io gli riderò in faccia e gli dirò, dove vuoi andare che non sei neanche capace di amministrare un’edicola”, sottolineando come in passato gli alleati non sempre li avesse scelti lui ma “me li sono trovati”. Questa volta “non ho nulla da perdere, ho deciso di dire solo e sempre la verità”.
Pronto a raccogliere, Matteo Salvini ha detto: “A Roma, come in qualsiasi altra città, una persona che pensa che gli zingari vadano aiutati e che invece di sgomberare i campi rom vuole risolvere il problema togliendo i cassonetti dalle strade non può essere sostenuto dalla Lega e da Noi con Salvini. Se invece Giorgia Meloni decidesse di candidarsi noi la sosterremo”. Invece di commentare i risultati, l’imprenditore candidato alla corsa al Campidoglio, Alfio Marchini “contro le finte gazebarie e primarie di destra e sinistra” ha organizzato in piazza del Popolo l’iniziativa dal titolo “Roma nun te fa fregà”. Mentre Francesco Storace, altro candidato sindaco, che ha disertato le urne, ha dichiarato: “il centrodestra sembra l’aereo più pazzo del mondo, non si capisce mai quando finisce lo scontro”. Il coordinatore della sua Lista, Alessandro Onorato, poi, ha dichiarato: “Non ci interessa il teatrino della politica ma solo le soluzioni ai problemi di Roma. Siamo in piazza per far conoscere ai romani le nostre proposte concrete per il trasporto pubblico e per il decoro della città”.
Oggi l’epilogo. In una conferenza stampa sull’esito delle consultazioni, Guido Bertolaso ha detto: “Siamo contenti, ci scusiamo per i disguidi ma la macchina organizzativa nel complesso credo abbia funzionato in modo egregio. Dobbiamo ringraziare Matteo Salvini che con il suo agire che va contro l’interesse della Capitale ha stimolato invece una reazione positiva di molti romani”. E alla domanda se per la sfida del Campidoglio, sarebbe disposto ad accettare il ruolo di city manager, nell’ipotesi ticket con vittoria della leader Fdi-An alle elezioni, ha risposto: “E’ improponibile”. “Il city manager non fa il lavoro che fa il sindaco. Il city manager è il direttore generale del Comune, che è un esecutivo di quelle che sono le indicazioni politiche e operative che gli dà il sindaco e la giunta. Quindi siamo su due piani completamente diversi. Io ci metto la faccia, non faccio operazioni per conto di altri”. Poi, dopo la conferenza stampa sui risultati del referendum, intervistato da Rai News 24, l’ex capo della protezione civile, ha detto: “Possiamo anche andare avanti senza Matteo Salvini”. E ha aggiunto: “Sono molto preoccupato per la nostra città. Io penso, anche se non dovrei dirlo adesso, che il governo, che qualche responsabilità pure ce l’ha di questa vicenda di degrado e mancanza di guida in cui oggi ci troviamo, dovrebbe prendere in esame seriamente la possibilità di anticipare la data delle elezioni amministrative”. “Roma non si può più permettere di aspettare. La situazione è veramente critica”. Bertolaso, poi, ha detto: “Sono venuti i romani e hanno detto quello che pensano in modo chiaro e sono stati più di quelli che sono andati a votare per le primarie del Pd. Con Salvini penso di aver già chiarito: le ruspe sono un metodo demagogico”. Infine, rispetto alla vicenda giudiziaria che lo vede imputato per omicidio colposo per il terremoto a L’Aquila, Bertolaso ha dichiarato: “Rinuncerò alla prescrizione e mi sottoporrò al giudizio della magistratura”. Fin qui, caos a parte, tutto nella norma. Mai ieri sera, alle 20.30, ospite della trasmissione televisiva Fuori Onda su La7, l’ex numero uno della Protezione civile, ha risposto ad una domanda posta dai conduttori David Parenzo e Tommaso Labate. Alla domanda se fosse possibile pensare, in caso di vittoria, a Giorgia Meloni, in attesa di un bambino, nella sua squadra, nel ruolo di vicesindaco, Bertolaso ha risposto: “Lei vicesindaco? Ma no. Deve a fare la mamma. Mi sembra la cosa più bella che possa capitare ad una donna, deve gestire questa pagina della sua vita che per una donna credo sia una delle più belle in assoluto, non vedo perché qualcuno deve costringerla a una campagna elettorale che comunque sarà feroce. E poi nel momento in cui deve cominciare ad allattare ad occuparsi anche delle buche, della sporcizia, del traffico, della microcriminalità e di tutto il resto. Vogliamo farle godere questo momento della sua vita? Sarebbe una cattiveria costringerla a fare qualcosa che tra l’altro lei non vuole fare. Io, comunque, mi candido”.
La risposta dal gusto un pò maschilista, non è affatto piaciuta alla presidente di Fratelli d’Italia, che oggi ha replicato: “Io non voglio polemizzare. Dico solamente con garbo e orgoglio a Guido Bertolaso che sarò mamma comunque e spero di essere un’ottima mamma, come lo sono tutte quelle donne che tra mille difficoltà e spesso in condizioni molto più difficili della mia riescono a conciliare impegni professionali e maternità. Lo dico soprattutto per rispetto loro”. La polemica è montata e su Facebook la candidata sindaco di Roma del M5S, Virginia Raggi, ha scritto: “Oggi ho rilasciato un’intervista al Corriere della Sera. Mi hanno chiesto se posso essere allo stesso tempo mamma e sindaco di Roma. Certo che posso, come tutte le donne che lavorano farò i salti mortali. Sono pronta e siamo pronti per governare Roma: più mezzi pubblici, più sicurezza, più soldi per le scuole. Una città che funziona non è di destra o di sinistra, è una città 5 Stelle”. Sensibilizzato dalla questione, su Twitter Alfio Marchini rivolgendosi a Guido Bertolaso, ha scritto: “Bertolaso altri due attacchi alla mamma Meloni e la voto! Paesi con natalità più alta? Dove c’è maggior occupazione femminile!”.
In giornata Bertolaso ha cercato di correggere il tiro twittando: “Mai detto che la maternità precluda degli obiettivi, la mia idea di #Roma è una città che supporta veramente le mamme con servizi adeguati”. Poi si è scusato ancora a “Un giorno da Pecora” su Radio2 spiegando: “Voglio chiarire questa battuta sulla mamma che ho detto ieri sera riferendomi a Giorgia Meloni”. “Ho spiegato che la gravidanza, una delle pagine più belle della vita di una donna, non deve esser vissuta facendo campagna elettorale. Peraltro una campagna elettorale così aspra e violenta”. “Se lo fa è un suo diritto: è un leader politico, una donna in gamba ed energica, può anche decidere di farlo”. “Se Giorgia Meloni si candida in nome e per conto di tutto il centrodestra, io tirerò le conclusioni di questa sua decisione. Se Berlusconi decidesse di puntare su di lei sarei l’uomo più felice della terra, tornerei ad occuparmi dei bambini poveri e malati che stanno in Africa, e non avrò remore o rimorsi”. Infine, nel tardo pomeriggio, ha aggiunto anche una nota: “Poiché si continua a discutere in modo strumentale su una “non-notizia”, voglio precisare che non ho mai detto che Giorgia Meloni non può fare il sindaco in quanto incinta. Ho semplicemente detto che il momento della maternità è unico e speciale e merita di essere vissuto appieno. E, questo, essendo padre e nonno, penso di avere tutto il diritto di affermarlo”.
Intanto oggi è saltato il vertice previsto tra Meloni, Salvini e Berlusconi. Salvini non ha resistito e ha dovuto rispondere alla dichiarazione di Bertolaso: “Bertolaso dice che non gli interessa Salvini, lui non interessa a noi, abbiamo chiuso”. Il capogruppo del Carroccio al Senato Gian Marco Centinaio, ha affermato: “C’è un muro contro muro. Da una parte chi vuole vincere le elezioni e dall’altra invece chi vuole incaponirsi su un candidato a detta dei sondaggi perdente. Le nostre strade non possono che dividersi”.
Alla fine Silvio Berlusconi è esploso e ha detto: “Salvini e Meloni? Vedano loro cosa fare, noi siamo sicuri di Bertolaso”. E ha chiuso definitivamente la porta: “Non c’è alcuna possibilità di tornare indietro. A questo punto presentiamo ovunque i nostri candidati. Osvaldo Napoli a Torino, Gianni Lettieri a Napoli e a Milano Stefano Parisi è e resta il candidato di Forza Italia, gli altri decidano se votarlo, altrimenti facciano come gli pare. Non ci interessa”.