Oggi è finita la corsa del “marziano”. Così Ignazio Marino ha messo fine alla speranza di quanti lo avevano già immaginato in corsa per la successione a se stesso. L’ex sindaco di Roma ha sciolto la riserva e ai suoi supporter riuniti in occasione della presentazione del suo libro “Un marziano a Roma”, presso la libreria Feltrinelli di via Appia Nuova, ha dato l’annuncio. Marino si è presentato alle 18.30, insieme al giornalista Franco Di Mare.
Ad attenderlo una sala stracolma dove il “marziano” ha risposto per un’ora alle domande del cronista. Anche oggi, nonostante i toni fossero più contenuti di quelli della conferenza stampa di ieri, ha preso di mira tutti, davanti ad una folla di supporter armati di striscioni, cori da stadio e fischi, ogni volta che veniva nominato il commissario Pd Matteo Orfini o l’ex assessore Stefano Esposito. Ha attaccato il premier Matteo Renzi, “un presidente del Consiglio eletto da una direzione nazionale di 80 membri”, Esposito, “uno che non si presentava in giunta, ma non lo dico io, basta leggere i resoconti comunali”. E il candidato del Pd: “Ho un rimprovero da fare a Giachetti, se una persona veramente crede in questa città e sente di dedicare tutto il proprio tempo a Roma, e a fare campagna elettorale, quella persona dovrebbe dire io lascio la mia comoda poltrona. Giachetti potrebbe copiare le righe che io ho scritto al presidente del Senato quando mi sono dimesso quando ho fatto la campagna elettorale”. Ieri il sindaco chirurgo aveva dichiarato: “Del governo Renzi io penso tutto il male possibile perché quelli che come me hanno votato nel 2013 volevano un governo di centrosinistra. Non volevano cacciare Veltroni o D’Alema per avere Verdini”.
In tanti sono accorsi alla presentazione del “libro verità” dell’ex sindaco perchè speravano in un altro tipo di annuncio. Marino ha firmato autografi, si è preso gli applausi, ma ha detto: “Vi chiedo di scegliere insieme un uomo o una donna che non sia io, che possa guidare la città di Roma, vincere le elezioni e continuare il lavoro fatto”. “Tra 60 milioni di italiani ce ne sarà uno che ha la statura e la passione per Roma?” Marino, che aveva promesso ai suoi qualche mese fa in Campidoglio “non vi deluderò”, ha aggiunto commuovendosi: “So di dare un dispiacere a molti di voi”. “Io avevo deciso da tempo di parlare di questo stasera e mi prenderò qualche minuto, per il rispetto grandissimo che ho per ciascuno di voi.
“Il candidato non deve essere scelto da qualcuno in qualche stanza”
Io ho molto riflettuto e penso che il candidato sindaco debba avere delle caratteristiche che in questo momento nessuno dei candidati ufficiali ha. Deve provenire, in una fase in cui i partiti hanno dato il peggio di sé, dalla società civile, non deve essere scelto da qualcuno in qualche stanza ma si deve mettere a disposizione di Roma 5-10 anni. Io mi iscriverò a Parte Civile (l’associazione nata per sostenerlo) e dobbiamo portare avanti il nostro lavoro, le nostre idee”. L’ex sindaco ha cercato di spiegare: “Nel 2008 il Pd scelse come candidato Rutelli: non è andata proprio bene, ci siamo trovati i saluti romani il giorno delle elezioni sulla scala michelangiolesca. Ora, sempre nelle stanze dove si decidono i candidati, è stato scelto il capogabinetto di Rutelli negli anni ’90. Alla prossima non lo so, lo cercheremo, con tutto il rispetto, tra gli uscieri della giunta Rutelli degli anni ’90. Questa è la capitale d’Italia, dobbiamo cercare persone che siano all’altezza del compito e secondo me in questo momento devono arrivare dalla società civile”.