Alla manifestazione-concerto “SiAmo il mare”, a Bari, hanno partecipato più di 5000 persone. Musicisti, sindacalisti, politici e ambientalisti hanno promosso il sì al referendum del 17 aprile per abrogare la norma che concede alle società il diritto ad estrarre idrocarburi in mare sino all’esaurirsi del giacimento.
Emiliano: “Difendiamo la bellezza come bene pubblico”
Sul palco,tra gli altri, il governatore della Puglia, Michele Emiliano, e il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. Emiliano ha detto: “Stiamo difendendo la bellezza come bene pubblico con la serenità di chi ha ragione. Di chi si difende dalle bugie perfino di governi amici che si sono infilati in tunnel brutti nei quali si fa prevalere l’interesse di pochi insignificanti petrolieri”.
Per quanti gli hanno chiesto se fosse un classico della sinistra andare contro il segretario del proprio partito, questa mattina, su Twitter, il presidente della Regione e segretario uscente del Pd Puglia, Michele Emiliano, ha scritto: “È un classico di tutte le persone libere. Al referendum il partito di appartenenza non esiste”. Emiliano sta sostenendo il sì al referendum del 17 aprile mentre il Pd, a livello nazionale, propone l’astensione. Durante la manifestazione Landini ha dichiarato: “Trovo inaccettabile che il capo del governo che ha giurato sulla Costituzione inviti la gente a non andare a votare. È una cosa gravissima”. Durante la manifestazione sono arrivati messaggi video da numerosi artisti e c’è stata tanta musica.
Manca una settimana precisa al referendum sulle trivelle, il dibattito politico si fa duro e il Pd si ritrova spaccato. Lunedì scorso alla direzione de Pd il premier Matteo Renzi aveva definito “sacrosanta e legittima” la scelta dell’astensione.
Il leader della Lega, Matteo Salvini ha fatto sapere che andrà a votare sì. E andrà a votare anche il presidente del Senato Pietro Grasso, che ha detto: “Il referendum è uno strumento popolare, democratico, costituzionale. Quindi io certamente parteciperò alla votazione”
La minoranza dem ha deciso di opporsi al segretario sia sul principio dell’astensione sia nel merito stesso del quesito, votando sì, quasi compatta, ma con qualche distinguo perchè per esempio Massimo D’Alema voterà no.
Speranza: “Meno fossile e più rinnovabili”
Roberto Speranza, ha annunciato il suo sì, spiegando: “E’ un’occasione per aprire all’energia verde: abbiamo bisogno di meno fossile e più rinnovabili”, definendo “eccessive per un presidente del Consiglio” le parole usate da Matteo Renzi. A Speranza sono seguiti i sì di Nico Stumpo, Davide Zoggia e Enzo Lattuca. A quelle della minoranza si uniscono, di fatto, le posizioni degli ambientalisti ma anche del M5S e di altri senatori bipartisan, da alcuni membri di Ala a quelli della Ala fino a qualche azzurro.
Qualche distinguo anche nella maggioranza perchè il candidato sindaco di Roma, Roberto Giachetti, voterà, ma senza dire come. O come Dario Ginefra, che già da giorni ha annunciato il proprio sì. Uscendo da Palazzo Chigi dopo un incontro con il premier, il leader di Fare!, Flavio Tosi, ha annuncia il non voto al referendum e il no dei suoi senatori ad una mozione di sfiducia definita “strumentale”. Tosi ha spiegato che votare sì al referendum sulle trivelle vuol dire “votare contro l’autosufficienza energetica del Paese”. E, in merito al caso su Tempa Rossa, ha parlato di “singolarissime coincidenze in merito a inchieste che vengono fuori in particolari periodi”. E ha aggiunto: “Il ministro Guidi si è dimesso in modo elegante, cosa che non accade mai in questo Paese”. E alla domanda se i tre senatori di Fare passeranno in maggioranza a Palazzo Madama Tosi ha risposto anche in questo caso di no: “Non entriamo in maggioranza ma valutiamo, con serietà, ogni singolo provvedimento”.