In migliaia, per tutto il pomeriggio, senza soluzione di continuità sono sfilati davanti a uno degli ultimi grandi della politica, Marco Pannella, morto a 86 anni dopo una lunga lotta contro due tumori.
La folla ha occupato tutta via degli Uffici del Vicario
Le alte cariche dello Stato, la politica, i cittadini ma anche la comunità ebraica e quella africana hanno sfilato davanti al suo feretro posto al centro della sala Aldo Moro a Montecitorio per omaggialo. Ben prima delle 15.30 la folla a poco a poco ha occupato un lato della piazza e tutta via degli Uffici del Vicario.
Alla camera ardente sono giunti anche due monaci tibetani. I due monaci si sono avvicinati alla salma di Pannella ponendogli sopra delle pashmine bianche tradizionali della cultura tibetana. Uno dei due monaci ha quindi intonato una preghiera inducendo tutti gli altri presenti ad alzarsi. La camera ardente è rimasta aperta ai cittadini fino alle 22. Poi il feretro è stato trasferito nella storica sede del partito radicale, a via di Torre Argentina, dove fino a domani alle 13 ci sarà la veglia notturna.
Un lungo applauso ha accolto la salma
Quì un lungo applauso ha accolto l’arrivo della salma. Il feretro è stato collocato quasi al centro della sala grande della sede dei Radicali. Una bandiera del Tibet e diverse rose sono state appoggiate sulla bara, salutata con commossa devozione da un continuo flusso di persone.
Domani invece, tra le 14 alle 22, a piazza Navona, sede di molte battaglie radicali, si terrà una cerimonia di commiato, una sorta di funerale laico che precederà l’ultimo viaggio verso Teramo, sua città natale, dove Pannella verrà sepolto nel pomeriggio di domenica accanto alla tomba dei genitori e del nonno. Prima una seconda camera ardente allestita nella sala del consiglio comunale, un picchetto d’onore e un momento di musica con l’artista rom abruzzese Santino Spinelli, amico personale di Pannella. Per domenica pomeriggio Teramo ha proclamato il lutto cittadino.
I detenuti del carcere di Bologna hanno indetto un sciopero della fame
Per poter inviare una corona di fiori i detenuti del carcere della Dozza di Bologna si sono autotassati e hanno anche indetto per domani un simbolico sciopero della fame per ricordarlo.
Oggi è stata resa nota la lettera che Pannella ha inviato al Papa Francesco il 22 aprile scorso, dopo il viaggio a Lesbo: “Caro Papa Francesco, ti scrivo dalla mia stanza all’ultimo piano, vicino al cielo, per dirti che in realtà ti stavo vicino a Lesbo quando abbracciavi la carne martoriata di quelle donne, di quei bambini, e di quegli uomini che nessuno vuole accogliere in Europa. Questo è il Vangelo che io amo e che voglio continuare a vivere accanto agli ultimi, quelli che tutti scartano”. La missiva si conclude con i saluti in maiuscolo: “TI VOGLIO BENE DAVVERO, TUO MARCO”.
A cura di Roberta d’Eramo