Alla fine il leader del partito radicale, Marco Pannella, protagonista di tante battaglie per i diritti civili in oltre 50 anni di lotta politica, morto lo scorso 19 maggio a 86 anni, ha ricevuto l’ultimo addio, nella sua Teramo. Ieri il carro funebre è arrivato nella piazza del municipio all’una e un quarto di mattina. Nonostante l’orario c’erano già un migliaio le persone ad attenderlo. Dopo l’arrivo del corteo è stata aperta la sala consiliare del Comune di Teramo alla cittadinanza, dove è stata allestita la camera ardente.
A Teramo ha ricevuto l’ultimo addio
Dietro al feretro c’erano i gonfaloni, della Regione, della Provincia di Teramo, dei Comuni di Teramo e dell’Aquila, dove era stato consigliere comunale, dell’Università che gli ha conferito nel 2015 la laurea honoris causa in Scienze della Comunicazione, dell’associazione Teramo Nostra di cui era socio onorario. E bene in mostra sulla salma la chiave della città, che gli era stata consegnata il 13 maggio quando era ancora a casa.
Seccia: “Alla fine la verità si ritrova sempre”
Il vescovo di Teramo, Michele Seccia, è stato tra i primissimi a rendere omaggio alla salma. E ha detto: “Sono vissuto nello stesso isolato, in via Santa Chiara 42 quando tra i miei studi di filosofia e teologia alla Statale di Roma, negli anni davvero ruggenti dopo il ’68, sognavo di fare sintesi: ecco sono qui e ho fatto la mia sintesi, ognuno fa la propria. Ognuno sceglie ciò in cui crede, ma alla fine la verità si ritrova sempre”.
In migliaia, per la maggior parte concittadini ma anche tanti da altre parti d’Italia, hanno salutato il feretro. Fin dalle 7,00 del mattino e fino alla chiusura alle 14,00 è stato un flusso continuo. Gli applausi, un fiume di gente, chi con le lacrime, chi con il segno della croce, chi con un tocco sul feretro. Emma Bonino è rimasta per tutto il tempo in silenzio. La compagna di Pannella, Mirella Parachini, ha raccontato della sua fierezza di essere teramano. Presente anche l’ex capo della sezione narcotici di Roma, il pescarese Ennio Di Francesco, che lo arrestò nel luglio del ’75 perché fumava, durante una delle sue tante clamorose proteste, uno spinello per poi mandargli un telegramma in carcere di stima e ammirazione. Ma da quel fatto nacque un’amicizia, “una comunione di stato di grazia” e così tra i tanti venuti a salutare il leader radicale non poteva mancare anche lui.
Brucchi: “Oggi non c’è partito”
Il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, ha sottolineato: “Oggi non c’è partito. Mi sono commosso ricordando le lacrime di Pannella quando ha ricevuto le chiavi della città il 13 maggio e per sdrammatizzare ha chiuso con una battuta: queste sono chiavi false e so pure chi le ha falsificate”.
Mentre l’infinito corteo ha omaggiato il feretro nella sala risuonavano le note di Santino Spinelli, in arte Alexian, la cui musica piaceva molto a Pannella, non solo per la sua qualità, ma anche per i valori di tolleranza, integrazione, libertà e convivenza civile che l’intellettuale di origine rom incarna con la sua persona, la sua arte e la sua biografia. Spinelli ha ricordato il concerto a Teramo, dove “Marco era nel pubblico. Poi è salito sul palco e si è messo a cantare in perfetta lingua Rom questo ritornello che dice: o fratelli o figli”. La stessa folla giunta per salutarlo lo ha voluto accompagnare al cimitero urbano Porta Reale di Cartecchio.
Un luogo della memoria “senza tempo”
Nel discorso di commiato il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, ha detto che ora l’Abruzzo gli regalerà un luogo della memoria, “senza tempo” perché “Vogliamo che questa consapevolezza che noi contemporanei di Pannella abbiamo avuto possa essere condivisa anche da parte delle nuove generazioni. Grazie Marco a subitissimo”. Un lungo applauso ha accompagnato la tumulazione, alle 16,24. Con il feretro un drappo bianco, la bandiera del Tibet e un pacchetto di Toscanelli. Ieri è tornato a casa, nella sua Teramo, Giacinto “Marco” Pannella.
A cura di Roberta d’Eramo