Dopo la sfida di Milano, ieri sera Sky ha ospitato il confronto tra i candidati sindaco al Comune di Roma.
L’unico dibattito tv al quale Virginia Raggi ha voluto partecipare
Si è trattato dell’unico dibattito tv al quale Virginia Raggi aveva deciso di partecipare e che aveva annunciato ufficialmente su facebook, dopo aver disertato quelli a Domenica Live, condotto da Barbara D’Urso, la tribuna del TgrLazio e l’evento organizzato all’Acer.
Il candidato sindaco di Roma del M5s ha ottenuto il maggior numero di consensi dai telespettatori che hanno assistito al confronto di ieri sera. Il “voting” dei telespettatori (da effettuare col telecomando di Sky) dimostra che nel confronto televisivo Virginia Raggi ha saputo conquistare il pubblico. Il candidato sindaco del Movimento ha raggiunto il 43%, doppiando il candidato sindaco del Pd, Roberto Giacchetti. Il suo gioco di sguardi con la telecamera con cui ha smontato gli avversari tutte le volte che è stata attaccata, si è rivelato vincente. A seguire, staccata di un solo punto, l’esponente del centrodestra, Giorgia Meloni. Quart’ultimo, con il 13%, il candidato di Forza Italia, Alfio Marchini e ultimo, con il 5%, il candidato di Sinistra Italiana, Stefano Fassina. Naturalmente questo voto di simpatia non vuol dire nulla in vista delle elezioni di domenica 5 giugno e anche questi ultimi giorni saranno determinanti per acquisire eventuali altri consensi.
Il confronto nella prima parte ha avuto toni pacati
Il confronto sulle amministrative di Roma si è svolto in modo tranquillo e i candidati, intervistati da Gianluca Semprini, hanno cercato di illustrare le loro soluzioni in merito ai problemi buche, traffico, debito del Campidoglio, assenteismo dei dipendenti del Comune, campi rom e sicurezza. Poi si è parlato della candidatura di Roma ai Giochi delle Olimpiadi: a favore Giachetti, Marchini e Meloni, contro Raggi e Fassina. Il candidato del M5s ha ribadito: “Non si può rispondere sì, prima serve l’ordinario”. Mentre Giachetti, riprendendo la parola utilizzata ieri da Virginia Raggi, ha detto: “Criminale sarebbe perdere questa opportunità di creare lavoro”.
Il momento più vero, quando si è parlato dell’omicidio della Magliana
Il momento più vero e umano del confronto in diretta, che ha riportato per pochissimi minuti la politica al livello dei cittadini, è stato quello in cui si è parlato dell’omicidio della Magliana e i politici si sono spogliati dei loro abiti istituzionali per tornare ad essere solo persone, nude, davanti ad una violenza verso cui sempre di più oggi ci troviamo soli. Alla domanda del giornalista quattro candidati su cinque non hanno saputo dire se si sarebbero fermati vedendo Sara Di Pietrantonio di notte su quella strada della Magliana, prima che l’ex fidanzato la bruciasse viva. Solo Alfio Marchini senza esitazioni, ha risposto: “Sì, mi sarei fermato”. Gli altri hanno risposto: “Non so”, con toni diversi. Raggi ha riconosciuto che “Per una donna fermarsi in una situazione simile fa scattare la paura di un agguato, ma dobbiamo chiamare il 113 e tornare ad essere comunità”. Giorgia Meloni ha dichiarato: “Non sono il tipo che riesce a girarsi dall’altra parte. Quello che posso dire a chi è passato è che non c’è paura che possa superare l’umanità. Se ci giriamo dall’altra parte non c’è più niente”. Roberto Giachetti ha detto: “Bisogna trovarcisi in quella situazione e deve farci riflettere che le persone non si sono fermate ma non possiamo scaricare su di loro ciò che stava accadendo, non so se mi sarei fermato”. Anche Stefano Fassina ha risposto di non saper dire cosa avrebbe fatto “ma sicuramente avrei telefonato”.
Raggi: “L’onorevole Meloni si vergogna del suo passato fascista”
Il confronto è proseguito e il candidato di Sinistra Italiana ha rivendicato di aver proposto per primo la rinegoziazione del debito storico della capitale di oltre 13 miliardi, aggiungendo: “vedo che ora sta diventando un tema comune”. Marchini ha proposto una ricetta diversa: “Btp ad hoc emessi dallo Stato”. Ma è nelle domande incrociate che sono scoccate scintille tra Raggi e Meloni. Il candidato del M5s ha detto: “Onorevole Meloni, ora che si vergogna del suo passato fascista, prendendo 13 mila euro al mese come parlamentare, perché non si è dimessa candidandosi? La doppia poltrona le serve come paracadute se va male?”. Meloni ha replicato: “Il taglio dello stipendio lo risolvo andando a fare il sindaco, che come si sa guadagna molto meno che un parlamentare. Si dimetteranno invece i parlamentari M5S venuti a commissariarla con lo staff?”. E Marchini ha rincarato la dose: “Avete il 60% degli amministratori indagati”.
Marchini percepisce “un milione di euro” l’anno
Durante il confronto il conduttore ha chiesto a tutti la dichiarazione dei redditi ed è emerso che Alfio Marchini all’anno percepisce “un milione di euro e ho ceduto attività in possibile conflitto d’interesse”. Roberto Giachetti ha parlato di 135mila euro, “una casa a Roma e due casaletti a Subiaco”. Giorgia Meloni ha dichiarato 98mila euro, “una casa di proprietà e un gatto”. Stefano Fassina 95mila euro e una casa “al 50% con mia moglie”. Virginia Raggi ha dichiarato: “Io sono lontana da cotanta ricchezza, il mio reddito è di 20-25mila euro (e non ho né cani né gatti)”.
In un dibattito abbastanza ipocrita con gli altri candidati, in cui l’unica cosa limpida è stata la coerenza e la buona fede di Stefano Fassina, il candidato del M5s ha fomentato volutamente lo scontro, in linea con il principio dei 5 Stelle “noi contro gli altri”.
Raggi: “Chi vuole cambiare deve avere coraggio”
Verso la fine del confronto, quando si è parlato di legalità, infatti, Virginia Raggi ha attaccato pesantemente la malapolitica dei partiti: “Queste persone vogliono apparire più pulite dei loro partiti, ci mettono la faccia ma tolgono i simboli perché si vergognano”. Queste parole hanno scatenano la rivolta degli avversari che si sono coalizzati contro di lei. Giachetti ha detto: “Noi abbiamo cambiato tutto, pensate a voi”. Fassina ha battuto i piedi dicendo: “Pretendo rispetto, non siamo tutti uguali”. Ma il tono della pentastellata non si è stemperato e, nell’appello finale, quasi drammatico, ha sottolineato: “Si sono mangiati Roma, chi vuole cambiare deve avere coraggio o non ci saranno più scuse”. Meloni, citando Cicerone, ha suggerito: “Scegliete i programmi”, “Bisogna scegliere chi amare. Io ho scelto di amare Roma”. Giachetti ha messo in gioco la sua storia per difendere la propria onorabilità, facendo appello alla “squadra, al programma, alle idee”. Fassina ha fatto leva sulla “città fragile”, cioè su tutta quella parte di popolazione romana che vive sotto la soglia di povertà. Marchini ha fatto notare “ho promesso due anni fa che non vi avrei abbandonato”. Ora, per il voto vero, attendiamo domenica.
A cura di Roberta d’Eramo