Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, il 25 aprile scorso dopo un comizio a Philadelphia, aveva documentato un incontro avuto con Donald Trump, pubblicando su Facebook una foto che li ritraeva insieme. In quell’ occasione diversi giornali avevano anche citato una dichiarazione che Trump avrebbe pronunciato in sostegno di Salvini: “Matteo, ti auguro di diventare presto il nuovo premier italiano”, dopo una prima pubblicazione della citazione da parte del Wall Street Journal.
Trump ha preso le distanze da Salvini ma anche dai populismi europei
In un’intervista, anticipata dal quotidiano La Repubblica, che verrà pubblicata oggi dalla rivista di spettacolo The Hollywood Reporter, resa da Trump a Michael Wolff, invece, il candidato repubblicano alla Casa Bianca, ha preso le distanze dal leader della Lega Nord ma anche da Marine Le Pen e in genere dai populismi europei. Nell’intervista Trump non solo ha sostenuto di non averlo mai incontrato ma di non aver mai voluto incontrare Salvini. Il candidato repubblicano ha proprio detto: “Non volevo incontrarlo” e che “non c’è nessun terreno comune da esplorare”. La risposta di Trump è arrivata quando l’intervistatore gli ha chiesto cosa pensasse dei partiti anti-immigrazione che stanno crescendo in Europa. L’intervistatore ha scritto che Trump non è sembrato particolarmente interessato a possibili alleanze e collaborazioni.
Salvini: “L’intero impianto di quell’intervista ha dell’incredibile”
La replica di Matteo Salvini è arrivata in un’intervista pubblicata su Repubblica.it. Il segretario della Lega ha detto: “Questa cosa mi fa molto ridere. L’intero impianto di quell’intervista ha dell’incredibile. Le dico solo che ci sono almeno una dozzina di email di preparazione di quell’incontro”. Salvini ha raccontato che l’incontro risale a “circa un mese fa in Pennsylvania, fuori Philadelphia. C’era la convention repubblicana” e ha assicurato: “L’incontro c’è stato ed è stato preparato. Trump sapeva benissimo con chi parlava”. Il leader del Carroccio ha sottolineato che uno scambio di mail e lettere di presentazione c’è stato anche con Corey Lewandowski che guida la campagna elettorale del candidato Usa. Il deputato della Lega, Guglielmo Picchi, è andato in soccorso di Salvini raccontando che “È stato un deputato del congresso, Tom Marino, a capo della campagna in Pennsylvania, a presentare Salvini a Trump. Una presentazione lunga”. Picchi ha aggiunto: “Prima di quella foto, Marino ha spiegato chi fosse Salvini. Non è stato presentato come un fan, ma come leader della Lega Nord e aspirante primo ministro in Italia. Lui ha anche commentato: Viene da così lontano per incontrami”.
“Con Trump non ti imbuchi”
Salvini ha comunque assicurato che si tratta di una foto non rubata al volo e di non essersi imbucato: “Anche perché con Trump non ti imbuchi. È circondato da tre giri di sicurezza. Non è la manifestazione, come con Renzi o Berlusconi o altri leader italiani, in cui uno si avvicina e fa la foto. Servono accordi presi in anticipo”. E ha aggiunto: “Non sono saltato su un aereo con cappellino e bandierina”. Alla domanda del giornalista in merito alla presa di distanza del candidato repubblicano da lui e da Le Pen, Salvini ha risposto: “Non ne ho idea, mi sembra molto strano”, garantendo che comunque continua a tifare per lui: “Assolutamente sì. Abbiamo moltissimi punti in comune”. Poco prima, ospite di “Agorà” su RaiTre Salvini aveva detto: “Spero che Trump diventi presidente degli Stati Uniti. Lui fa una battaglia per gli Usa, ma l’Italia è l’Italia e nessun modello è esportabile”. E ha aggiunto: è meglio che “gli Stati Uniti si occupino di Stati Uniti”. Concludendo: “Come Putin che fa bene in Russia”.
“Stiamo scrivendo una pagina storica”
Domenica scorsa, Matteo Salvini, sul palco della manifestazione “Liberi!” di Milano, aveva sottolineato anche come “insieme a Donald Trump, Le Pen, Putin e gli austriaci stiamo scrivendo una pagina storica”. E ieri a Milano, concludendo la manifestazione per il No al referendum, ha affermato: “Noi stiamo scrivendo una pagina di storia con quelli che non piacciono ai giornalisti, con Trump, la Le Pen, Putin, insieme alle persone libere. Non moriremo schiavi delle banche”.
Oggi l’incontro tra il candidato alla presidenza degli Stati Uniti e il leader del Carroccio è diventato un piccolo “giallo” internazionale . E ancora non è chiaro se Trump non sapesse chi aveva davanti o se abbia voluto negare l’incontro per opportunità politica nel tentativo di prendere le distanze dal politico italiano. Nel suo articolo Wolff ha scritto che Trump “Non ha alcun vantaggio nel valorizzare i legami con Le Pen o Salvini”. E’ anche vero che Trump è diventato famoso nel corso della campagna elettorale anche per le sue contraddizioni.
Contro Salvini l’ironia del Pd
Contro Salvini si è scatenata l’ironia del Pd che ha approfittato dell’occasione sbizzarrendosi nel prenderlo in giro. Il senatore Franco Mirabelli ha affermato: “Trump tratta Salvini come un clandestino”. La vicecapogruppo alla Camera, Alessia Morani, ha aggiunto: “Matteo Salvini gli scodinzola dietro come un cagnolino, ma persino Trump lo tratta come un intruso”. La deputata Simona Malpezzi ha commentato: “Accidenti che schiaffo. Per fortuna che il mago del selfie aveva postato una foto a fianco dello stesso Trump rivendicando un colloquio di ben venti minuti”. E ha continuato: “O Salvini si è fatto una foto insieme a Trump senza neanche dirgli chi era, oppure, peggio ancora, Trump è stato così colpito dallo spessore politico del capo della Lega da dimenticarselo in due secondi . Qui si oscilla tra l’irrilevanza e il ridicolo. Salvini non è nuovo a simili figuracce”. La deputata ha concluso: “Si era presentato al Cremlino per incontrare Putin trovando le porte sbarrate. Abbiamo ancora negli occhi l’immagine di Salvini che vaga nella Piazza Rossa. Insomma, seconda figuraccia internazionale per l’imbucato dei due mondi. Dagli Usa alla Russia non gli apre nessuno. Lega a credibilità zero”.
Emanuele Fiano ha ironizzato ipotizzando che le sue mail, forse, “saranno finite nello spamming”. Mentre Stefano Esposito ha ipotizzato che non siano arrivate perché Salvini non avrebbe scritto bene il nome del candidato repubblicano.
Il vice presidente del Gruppo Pd della Camera, Gero Grassi, infine, ha detto: “Trump gli ha dato alla testa. Solo così si spiegano le parole di Matteo Salvini contro monsignor Galantino al quale ha chiesto di negare 2000 anni di storia della Chiesa”. E ha aggiunto: “Salvini rappresenta il contrario dell’evoluzione della civiltà che nell’accoglienza afferma i suoi valori più alti. Auspichiamo per il bene collettivo che gli elettori gli tappino la bocca”.
A cura di Roberta d’Eramo